Coronavirus, Mantovani: “Se va bene ne usciremo a Natale ma si rischia una quarta ondata”

Francesco Rigatelli

Dalle numerose adesioni di ieri gli italiani sembrano avere ancora fiducia nel vaccino AstraZeneca, ma per affrontare ogni dubbio ne ricostruiamo la storia con Alberto Mantovani, immunologo di fama mondiale e direttore scientifico dell’Humanitas di Milano.

All’inizio l’Ema lo ha approvato per tutti, poi la Germania lo ha limitato agli under 65 e l’Italia ha seguito. E’ stato il problema originale?
«Rispondo con i dati di quello che preferisco chiamare il vaccino di Oxford. Già a novembre dai primi studi pubblicati si capiva che dava una buona risposta negli over 65. Poi nelle sperimentazioni cliniche il numero di anziani è stato relativamente basso. L’Ema lo ha autorizzato comunque per tutti, mentre Germania e Italia sono state più conservative».

Un difetto di sperimentazione o un eccesso di prudenza?
«Un problema di sperimentazione di un vaccino battistrada della piattaforma adenovirus. Il primo ad aver diffuso i dati con trasparenza».

E’ stato il risultato sul campo in Inghilterra a sdoganarlo per tutti?
«Sì, in particolare gli ottimi dati dello studio scozzese».

Il Regno Unito ha riscontrato casi avversi?
«Su 25 milioni di vaccinati ci sono stati 30 casi per Oxford e 38 per Pfizer, tutte tromboembolie al momento non collegabili ai vaccini».

Come mai quando casi simili si sono verificati nel resto d’Europa Germania, Francia e Italia hanno bloccato il vaccino costringendo l’Ema a riesprimersi?
«Con le dovute proporzioni i casi avversi europei equivalgono gli inglesi, dunque la spiegazione è sociologica o politica. Un errore, ma il lato positivo è un ulteriore controllo».

Perché per l’Ema i benefici sono superiori ai rischi, ma serve tempo per approfondire?
«Giusto investigare per fugare ogni dubbio, in particolare per sottogruppi come le donne giovani, ma solo in Italia ci sono centinaia di morti al giorno di Covid se non ci si vaccina. Persino l’acqua può intossicare in situazioni particolari. L’alternativa è morire di sete».

Manca la prova di causalità di questi rari eventi avversi?
«Sì e non li definirei neppure eventi avversi perché non si vede un aumento di trombosi nei vaccinati rispetto ai non vaccinati. Per la Società di ematologia in Italia uno su mille soffre di tromboembolia, con frequenza maggiore sopra ai 70 anni».

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