Beppe Grillo detta le regole della regia nei talk show: “No a interruzioni e inquadrature spezzettate per i nostri portavoce”

Nel 2012 Beppe Grillo impediva agli esponenti del M5S di partecipare a talw show televisivi (“Chi lo fa compie una scelta di campo”, scriveva allora). Oggi invece pretende addirittura di stabilire le regole della regia dei dibattiti fra politici in tv. In un post sul suo blog, infatti, si scaglia contro le “inquadrature spezzettate e artatamente indirizzate”, consigliando riprese “in modalità singola, senza stacchi” e senza indugiare su particolari come le “calzature indossate”. E giudica non più ammissibile che l’ospite di turno “venga continuamente interrotto quando da altri ospiti, quando dal conduttore, quando dalla pubblicità”. Insomma Grillo chiede un approcio “etico”, più “riguardoso della persona e della sua immagine” anche nei programmi di approfondimento politico.

Niente interruzioni

“La transizione MiTe impone un diverso approccio, etico e riguardoso della persona e della sua immagine anche negli spazi televisivi dedicati alla politica ed ai suoi approfondimenti – scrive Grillo sul blog –  Il cittadino ha diritto di essere informato sui contenuti. Non è più tollerabile che il dibattito sui temi che interessano ai cittadini venga svilito da una sorta di competizione al ribasso dove vince chi urla più forte. Non è più accettabile che le immagini dei servizi e degli ospiti in studio vengano svilite con inquadrature spezzettate e artatamente indirizzate. Non è più ammissibile che l’ospite in trasmissioni televisive (rappresentante politico, esperto, opinionista, ecc) venga continuamente interrotto quando da altri ospiti, quando dal conduttore, quando dalla pubblicità, che determina il livello del programma fomentando la litigiosità ed immolando il rispetto della persona sull’altare dell’audience”.

No a intrattenimento di bassa lega

“Questo modo di fare televisione -aggiunge- non serve a informare, ma a propinare le posizioni degli editori o dei conduttori di turno e queste non interessano ai cittadini. Questa non è informazione, ma intrattenimento di bassa lega che sfocia in propaganda da quattro soldi. D’ora in poi, per rispetto dell’informazione e dei cittadini che seguono da casa, chiediamo che i nostri portavoce, ospiti in trasmissioni televisive, siano messi in condizione di poter esprimere i propri concetti senza interruzioni di sorta per il tempo che il conduttore vorrà loro concedere, e con uguali regole per il diritto di replica, che dovrà sempre essere accordato”.

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