Nord Italia in rosso fino a metà aprile, in Europa oltre un milione di morti

Altrettanto non si può dire per tutte le altre 8 regioni più una provincia autonoma con una incidenza dei casi superiore ai 250 contagi ogni 100mila abitanti, che il decreto legge della scorsa settimana ha introdotto come nuovo limite superato il quale si va sparati in fascia rossa, indipendentemente dal valore dell’Rt. E poiché per essere promossi bisogna avere numeri da arancione per almeno due settimane consecutive, ecco che ad eccezione del Lazio, tutte le altre regioni in lockdown ci resteranno sicuramente fino al 5 aprile. Ma per alcune la quarantena si prolungherà probabilmente ancora più in là. Perché se l’Rt nazionale resta inchiodato all’1,6 come la scorsa settimana, l’incidenza dei contagi aumenta da 225 a 250 casi ogni 100mila abitanti. Valore che farebbe scattare il rosso in tutta Italia se il semaforo fosse unico per l’intero Paese. Così la biologa Barbara Gallavotti sfata il rischio trombosi legato al vaccino AstraZeneca

Ma così non è e allora leggendo tra le righe del report si scopre che alcune regioni hanno ampiamente superato il livello di guardia dei 250 casi ogni 100mila abitanti, con il Friuli Venezia Giulia a quota 468, l’Emilia Romagna a 423, il Piemonte a 352, le Marche a 338, la Lombardia a 329. Il che vuol dire che, salvo repentini abbassamenti dell’indice dei contagi, questo plotone di cinque in maglia rossa rischia seriamente di passare anche buona parte di aprile in lockdown. Vedendo sempre più svanire nel tempo il ritorno alla semi normalità del giallo, visto che prima bisogna pur sempre sostare per due settimana in fascia arancione. Coronavirus, la simulazione della dispersione e persistenza nell’aria delle goccioline in una stanza dopo un colpo di tosse

Del resto, si legge nel report, «si continua ad osservare un livello di rischio alto», nel quale si collocano attualmente 10 regioni, come del resto la settimana precedente. Ma tra le altre 11 classificate a rischio «moderato», sette «sono ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane».

E gli ospedali hanno sempre più il fiato corto, con oramai 13 regioni sopra la soglia critica del 30% dei letti in terapia intensiva occupati da pazienti Covid. In realtà il livello di guardia era già stato superato sia pure di un solo punto percentuale la settimana scorsa, ma ora siamo a un tasso di occupazione del 36%, con regioni oltre la soglia del 40 e persino del 50%. Valori che mettono a rischio l’assistenza ad altri malati estremamente gravi.  I polmoni dei pazienti Covid-19 guariti e quelli dei fumatori messi a confronto: ecco le conseguenze del virus

Ma nel giorno che vede superare il tetto del milione di morti in Europa, da noi la crescita dei contagi negli ultimi sette giorni sembra essersi arrestata. Ieri se ne contavano 24.935, un migliaio in meno di quelli conteggiati venerdì della scorsa settimana, quando la curva ha raggiunto il picco di questa terza ondata. E se ad aprile non ci saranno nuovi intoppi, con mezzo milione di vaccinati al giorno i lockdown potrebbero diventare finalmente solo un cattivo ricordo.

LA STAMPA

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