Selvaggia Lucarelli: «I 4 anni di amore tossico che mi hanno tolto la dignità. Sono guarita e ora ne parlo»
Selvaggia Lucarelli
«Mi sono bucata per quattro anni. Non mi infilavo una siringa nel braccio perché la mia droga non era una sostanza, era una relazione». Comincia così e non te l’aspetti. Perché Selvaggia Lucarelli, giornalista e scrittrice temutissima e seguitissima sui social da quasi quattro milioni di follower, non sta raccontando la storia di un’altra: è la sua. «La mia storia» è la prima di sei puntate del podcast «Proprio a me» dedicate alle dipendenze affettive, che ha realizzato per Chora Media e che da mercoledì sarà disponibile su tutte le app free. Ed è la storia di un amore sbagliato con un uomo che un giorno dopo l’altro le toglie fiducia in se stessa, dignità, bellezza. Che le ruba quattro anni, il tempo necessario perché riesca infine a guardarsi con tenerezza e a uscire dal pozzo della dipendenza.
L’incipit è spiazzante.
«Dare
alle cose il nome giusto è importante. Molti confondono gli amori
infelici con le dipendenze affettive. Io volevo che chi ha attraversato
quello che ho vissuto io si riconoscesse: non è infelicità, è malattia».
Perché proprio ora?
«Era una
di quelle cose che macinavo dentro di me da tanto tempo, questa vicenda
si è chiusa molti anni fa. Ne avevo già accennato nei miei libri, sia in
quelli più sentimentali come Che ci importa del mondo sia in quelli più ironici come Dieci Piccoli Infami. Poi è successo che davanti a un caffè Daria Bignardi, con la quale ci passiamo il testimone nelle Mattine
di Radio Capital, mi chiedesse perché fossi a Milano. Ero arrivata per
amore, risposi, e poi ero rimasta per guarire da quell’amore. Guarire
non è un verbo consueto, abbinato all’amore. Lei era stupita che potesse
essere capitato a una come me. Ne riparlammo in tivù a L’assedio e per me è stata una liberazione. Lì ho provato il desiderio di condividere questa esperienza».
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