Alexi e il domino del razzismo. La folle giostra americana
Ma tutti hanno una seconda chance, anche Barkley, e gli si presenta sotto forma di LaVar Ball, ex campione di football, padre di tre cestisti in Nba. LaVar Ball, quanto a battute scorrette, è una specie di fabbrica, e gli capita che la giornalista Molly Qerim durante una trasmissione su Espn gli dica una cosa più o meno così: posso cambiare marcia? Avrei una domanda da farti. Cioè Molly Qerim vuole dare più ritmo all’intervista, e LaVar Ball non perde l’occasione per interpretare quel cambiare marcia in accezione, diciamo così, voluttuaria. Espn dichiara l’ospite sgradito da qui all’eternità. Barkley intanto si è ravveduto e ne dà dimostrazione, e commenta che ovunque LaVar Ball si trovi, c’è un paese a cui manca un idiota.
La catena potrebbe andare avanti all’infinito, ma dobbiamo tornare ad Alexi McCammond. E ai suoi tweet adolescenziali. In questi giorni tornano a furoreggiare, perché sì, adolescenziali, ma giustappunto sta andando a dirigere una rivista per adolescenti. I suoi sottoposti asiatici esprimono tutto il loro disagio. I social ci danno dentro. Ma Anne Wintour regge, finché Ulta Beauty, inserzionista da oltre un milione di dollari, dice che la storia più finire qui.
Ma non finisce qui per noi. Ulta Beauty è un colosso dei cosmetici, e sta faticosamente cercando di ripassarsi il trucco. Qualche anno fa la dipendente nera di una delle sue case di bellezza (credo si dica così) racconta a un giornale di essere stata umiliata da un superiore, per il quale era troppo scura per stare in sala a passare fard e mascara alle clienti. Potete immaginare. Decine di dipendenti nere di Ulta Beauty dettagliano sulle regole razziste della ditta, che reagisce in tutti i modi, fra l’altro sbarazzandosi di Laura Lee, una specie di Ferragni d’oltre oceano di cui nel frattempo erano stati diffusi tweet del 2012 che l’autrice si affretta a definire vili e disgustosi, non so come abbia potuto scriverli, non ci potrà essere perdono e bla bla. E insomma, avete capito? Sembra che Anne Wintour stia riuscendo a proteggere Alexi McCammond, e McCammond a salvarsi, quando Ulta Beauty dice eh no. Noi non possiamo fare pubblicità sul giornale diretto da una sospettata di razzismo e sessismo. E’ contro la nostra comprovata sensibilità egualitaria e inclusiva. E così McCammond è costretta a dimettersi.
Spero abbiate preso l’analgesico, perché noi ora scendiamo, ma intanto la giostra continua a girare.
L’HUFFPOST
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