Le scelte di Letta: identità Pd e legge elettorale maggioritaria
L’intero partito condivise quell’allarme. E quel rimedio. L’apprensione di Zingaretti fu presa sul serio dall’allora Presidente del Consiglio al punto da indurlo, due mesi fa, ad inserire l’introduzione del proporzionale tra i punti qualificanti del nuovo governo (da lui presieduto) che era sul punto di nascere. E che, come è noto, non nacque.
Ora sarebbe ottima cosa se il Partito democratico facesse chiarezza, almeno in linea di massima, su tale questione. E tenesse poi fermo il punto così da costringere gli altri partiti a misurarsi con esso. È questo il momento giusto per dedicare quel poco di tempo non occupato dalla lotta alla pandemia ad una decisione destinata ad essere fondamentale quando, prima o poi, si tornerà alle urne. E se invece il Pd decidesse di restare fedele al proporzionale zingarettiano? Tutto ci appare meglio di una indeterminazione destinata a lasciare in piedi il sistema attuale. Sistema che assomma i difetti del proporzionale e del maggioritario.
Dobbiamo però prendere in considerazione l’ipotesi che quel cenno di Letta al metodo di conteggio dei voti in rapporto alla distribuzione dei seggi sia stato estemporaneo. Come può darsi che sia stato incidentale quello relativo allo «ius soli» (o «ius culturae»). Infatti quando la destra ha malamente reagito alla riproposizione da parte del neo segretario Pd del riconoscimento del diritto alla cittadinanza italiana per i bambini nati (o educati) nel nostro Paese, Letta ha protestato per la malevola attenzione ad un passaggio di un suo discorso a cui — ha precisato — aveva dedicato non più di «tre secondi». Adriano Sofri (sul «Foglio») ha fatto notare che c’era qualcosa di «spiacevole» in quell’«impicciolimento». È infatti del tutto verosimile — concedeva Sofri — che, dati gli equilibri e i rapporti di forza alla Camera e al Senato, lo «ius soli» non rientri tra le priorità del momento. Ma allora forse sarebbe stato meglio non dedicare a quell’obiettivo «un inciso da tre secondi» tale da farlo sembrare «una citazione di maniera». In ogni caso, ius soli o maggioritario, forse è giunto il tempo che il Pd dedichi una riflessione più meditata ai due o tre temi (non di più) sui quali deciderà di battersi con convinzione e di andare fino in fondo. Un cambio di segretario comporta (o dovrebbe comportare) questo genere di impegno.
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