Draghi accelera: “Le Regioni si adeguino”. Piattaforma unica per prenotare i vaccini

alessandro barbera paolo russo

Fatti gli sforzi possibili per accelerare le consegne da parte delle aziende farmaceutiche, Mario Draghi affronta l’altro grande problema della campagna vaccinale: l’efficienza delle Regioni nell’organizzarla. Il disastro della Lombardia è solo la punta dell’iceberg. E non è nemmeno un problema di somministrazioni, visto che la gran parte delle sanità territoriali ha finora utilizzato tre dosi su quattro. Ciò che impressiona il premier sono le disparità fra classi di età: basti dire che la fascia 70-79 anni è la meno vaccinata: 322 mila persone contro le 574 mila del gruppo 20-29 anni. Di qui il messaggio del premier alle Regioni: occorrono regole più uniformi. Il primo passo è aderire ad una piattaforma unica di prenotazioni, quella di Poste italiane. Nasce ai tempi della gestione dell’ex commissario Domenico Arcuri, per il momento è utilizzata da cinque Regioni: Sicilia, Calabria, Marche, Abruzzo, Basilicata. Di qui a poco sarà implementata dalla Lombardia, ma Draghi ha consigliato di aderire a tutte quante. Se non lo faranno, è disposto a imporlo con una norma di legge.

Le ragioni della sua determinazione sono almeno due. La prima: la piattaforma unica di Poste permetterebbe di moltiplicare le prenotazioni tramite Postamat, call center, o il terminale a disposizione dei postini che consegnano la corrispondenza. Non solo: un sistema centralizzato garantisce di verificare in tempo reale il numero degli immunizzati e di inserire il nome del singolo paziente nell’anagrafe vaccinale, in vista di un patentino. Una banca dati unica permette infine maggiore equità, impedendo le sperequazioni di oggi verso i pazienti più fragili, in alcune Regioni finiti alle spalle di giovani ricercatori e dottorandi. Giannini: “Sui vaccini ritardi inaccettabili: Draghi non esiti a scavalcare le regioni, la Costituzione glielo consente”

Oggi, al momento della prenotazione i due milioni di malati «estremamente vulnerabili» trovano una lista di patologie con relativo codice di esenzione diverso da Regione a Regione. E ciò accade nonostante l’ultimo Piano vaccinale elenchi con dovizia di dettagli le malattie che rendono il Covid una minaccia mortale. In questo modo, anche se attraverso i siti regionali, il sistema sarebbe unico e così la scaletta delle priorità. «Dovrà essere per tutti quella stilata dal Piano nazionale», è il messaggio ai governatori dopo il vertice a Palazzo Chigi con il commissario Francesco Figliuolo e il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio.

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