Draghi accelera: “Le Regioni si adeguino”. Piattaforma unica per prenotare i vaccini
Dunque stop alle immunizzazioni a vantaggio di questo o quell’ordine professionale, deciso più sotto la pressione delle lobby che in base al livello di esposizione al rischio. Precedenza assoluta invece ad anziani, disabili gravi e accompagnatori. Non è esattamente la strategia adottata fino ad oggi: basti ricordare – lo dice l’ultimo rapporto della Fondazione Gimbe – che tra gli ultraottantenni ben il 27,7 per cento ha ottenuto una sola dose di vaccino e solo il 16,7 ha fatto il richiamo. Il virologo Di Perri spiega come funziona il vaccino
I difensori dello status quo diranno che le fiale sono finora servite a proteggere le categorie più esposte di sanitari, personale scolastico, Forze dell’ordine. Ma non è così. La sola voce «personale non sanitario» conta un milione e 307 mila dosi somministrate a fronte degli 80 mila dipendenti del personale amministrativo degli uffici delle Asl, degli ospedali e delle cliniche. Uno scarto enorme nei numeri che copre lo scandalo dei privilegi a singole categorie da parte di questa o quella Regione: dagli informatori farmaceutici agli addetti stampa degli ospedali, dagli psicologi ritirati dalla professione ad avvocati e magistrati. Draghi ha deciso di porre fine al fai da te, e per questo è pronto a far uso della clausola di supremazia della legge nazionale garantita dall’emergenza pandemica.
Nel frattempo accelerano le consegne dei vaccini, frutto soprattutto del pressing del governo italiano e della Commissione europea su Pfizer. Oggi la multinazionale consegnerà un milione di dosi, altre tre milioni e mezzo sono attese entro il 31 marzo, raggiungendo così un totale nel primo trimestre di quattordici milioni di fiale, un milione e mezzo in meno dell’obiettivo prefissato. L’azienda americana produce proprio il vaccino riservato ad over ottanta e vulnerabili. Cartabellotta spiega il perché dei ritardi dei vaccini, lo stop di AstraZeneca e come mai si conservano scorte
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