Cartabia, svolta sulla giustizia: «Pagelle alle toghe e valutazioni esterne»
David Ermini, vicepresidente Csm: «Toghe, carriera legata ai processi»
E non è escluso che nei consigli giudiziari, attualmente costituiti presso ciascun distretto di Corte d’Appello (il numero dei componenti varia a seconda di quello magistrati in servizio nel distretto) possa proporzionalmente crescere il peso dei laici, docenti di diritto e avvocati, rispetto a quello dei togati, chiamati a valutare la professionalità dei colleghi.
PRESCRIZIONE
Il
punto di equilibrio tra le diverse scuole di pensiero sulla
prescrizione passa sicuramente dalla revisione globale dei processi, che
avverranno in tempi più rapidi, rendendo eccezionale la chiusura dei
procedimenti a causa dei ritardi. Nelle more si valutano tre ipotesi che
comunque dovranno trovare l’accordo di tutti i partiti. La prima è
quella di ancorare la prescrizione ai diversi gradi di giudizio. Ossia
dare un tempo limite, per ogni step, per impugnazioni e celebrazione. Ma
si valuta anche di spostare il congelamento della prescrizione,
eliminata dalla riforma Bonafede, alla Cassazione. Ipotesi ancora allo
studio, la soluzione finale potrebbe essere varata attraverso un’ampia
legge delega.
Ampliare l’accesso ai riti alternativi, incrementare il ricorso a condotte riparatorie, sospendendo i procedimenti penali con la messa alla prova dell’imputato, e allargare lo spettro della non punibilità per particolare tenuità del fatto, passa attraverso questi passaggi la cura del processo penale. Ma Cartabia ritiene che la principale innovazione sia “l’ufficio del processo”, già avviata in fase sperimentale. «Un modello organizzativo – ha spiegato – che rafforza la capacità decisionale del giudice inserendo nello staff gli assistenti – sul modello dei clerks anglosassoni – incaricati della classificazione dei casi, della ricerca dei precedenti giurisprudenziali e dei contributi dottrinali pertinenti e della predisposizione di bozze di provvedimenti». Una squadra che supporterebbe il giudice nella fase organizzativa e preliminare del giudizio.
CSM
In Commissione Giustizia, la ministra ha spiegato che non bisogna nutrire «l’illusoria rappresentazione che un intervento sul sistema elettorale del Consiglio possa di per sé offrire una definitiva soluzione alle criticità che stanno interessando la magistratura italiana», perché nessuna legge può sovvertire un sostrato comportamentale e culturale. Così la riforma elettorale del Csm potrebbe prevedere un rinnovo parziale ogni due anni che riguardi metà dei laici e metà dei togati. In quest’ottica la continuità sarebbe mantenuta mentre potrebbero essere scoraggiate logiche spartitorie.
IL MESSAGGERO
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