Se la Germania cade sul virus Il caso tedesco

Forse vale il paradosso che gli italiani hanno un atteggiamento più disincantato (per non dire scettico) verso il loro Stato, che favorisce un comportamento certamente critico ma non direttamente aggressivo come quello registrato in Germania? Ma c’è un’altra differenza, che investe il ceto politico. Da anni in Germania il ruolo e la personalità della cancelliera Angela Merkel hanno in qualche modo concentrato in lei “la politica nazionale tedesca”. Le difficoltà attuali della sua gestione della pandemia sembrano così estendersi alla classe politica in toto. In Italia invece la sensazione diffusa che l’insieme dei partiti e della classe politica intera non sia all’altezza della situazione, ha prodotto (per il momento) la fiducia in una singola personalità che non proviene dalla politica.

Mi riferisco ovviamente a Mario Draghi gratificato di grandi aspettative per le sue esperienze europee nel ruolo di presidente della Bce. L’Italia così ha finalmente un rappresentante in Europa che può stare al fianco di Macron e Merkel. Ma il rischio è che ci si attenda da lui un’azione surrogatoria di uno Stato percepito come inaffidabile e di partiti incapaci di governare.

E’ difficile dire quanto durerà questa situazione. La Germania tra pochi mesi, con l’annunciato ritiro dalla politica attiva di Angela Merkel, si troverà davanti a un mutamento politico dai risvolti ancora imprevedibili. In Italia Mario Draghi, soprattutto se il piano vaccinale non si realizzerà nei tempi attesi, potrebbe trovarsi di fronte a una grave conflittualità politica e sociale interna difficile da governare. 

LA STAMPA

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