Statali, smart working solo al 30% e maggiori controlli sui furbetti
di Francesco Bisozzi
Lavoro agile per uno statale su tre. La proposta è sul tavolo della trattativa per il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici, che disciplinerà lo smart working nella Pa, regolamentandolo sotto il profilo economico, dei diritti e dei controlli anti-furbetti. È quanto emerge da fonti sindacali, dopo i primi incontri con il neo ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta. Oggi si trova a casa la metà dei dipendenti pubblici che svolgono attività che possono essere assolte da remoto, come stabilito dalle disposizioni emergenziali introdotte a ottobre e prorogate a più riprese, ma l’obiettivo del precedente esecutivo era di portare l’asticella ancora più su e di rendere accessibile il lavoro agile almeno al 60 per cento degli statali smartabili.
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Quota che l’attuale governo è pronto a dimezzare. Una stretta resa necessaria dai disagi sofferti da cittadini e imprese in questi mesi di smart working allargato nella Pa. Fino al 30 aprile valgono le disposizioni dell’ex inquilina di Palazzo Vidoni, Fabiana Dadone, secondo cui non sono necessari accordi specifici tra i dipendenti in smart working e i loro dirigenti, il che equivale a dire che non ci sono regole da rispettare, livelli di performance da assicurare e diritti da garantire, con tutto ciò che ne consegue in termini di qualità dei servizi resi dagli uffici pubblici. A mettere ordine devono essere i cosiddetti i Pola, i Piani organizzativi per il lavoro agile, che le amministrazioni centrali erano tenute a presentare entro la fine di gennaio (ma solo una su tre ha rispettato la scadenza). I Pola però nascono con lo scopo di estendere lo smart working almeno al 60 per cento dei dipendenti che possono lavorare da remoto, una percentuale ritenuta proibitiva per alcuni ministeri, come quelli della Giustizia e dei Trasporti per esempio, per la maggior parte dei Comuni e diverse Regioni, anche secondo gli esperti della Commissione tecnica del nuovo Osservatorio nazionale del lavoro agile, chiamati a valutare i Pola per stabilirne il livello di efficacia.
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