Sacri stipendi, ecco quanto guadagnano cardinali e vescovi

GIACOMO GALEAZZI

ROMA. «Io guadagno 1400 euro netti al mese. A questa cifra devo sottrarre mille euro per la colf», spiega alla Stampa.it un arcivescovo diocesano al massimo dell’anzianità di servizio. Rispetto a quelle dei presuli che governano le diocesi italiane, in Vaticano le retribuzioni (pur tagliate ora da papa Francesco per la crisi Covid) restano più generose. Come cittadini della Santa Sede non pagano le tasse in Italia, abitano in appartamenti messi a loro disposizione in Curia ma, come accade spesso, si trovano a dover ristrutturare a proprie spese case di ampia metratura. E devono pagare lo stipendio alle religiose che li assistono tra le mura domestiche.

Sacri stipendi, ecco quanto guadagnano cardinali e vescovi

Distinzione Occorre fare una distinzione, infatti, sugli stipendi di un cardinale delle diocesi italiane e un porporato della Curia, in quanto vi è una netta distinzione tra Chiesa italiana (Cei) e Curia romana (Santa Sede), anche amministrativamente parlando. Un vescovo italiano (cardinale o no) rientra nel sostentamento del clero della Cei e il suo stipendio può arrivare a un massimo di 1.700 euro lordi mensili, più o meno 1.300-1.400 netti. Il cosiddetto piatto cardinalizio dei porporati al servizio della Santa prevede una somma attorno ai 5.000 euro netti (in Vaticano non ci sono le tasse). Sono solo questi ultimi, insieme ai capi dicastero non cardinali e ai segretari delle Congregazioni ( i ministeri della Santa Sede), a essere interessati dalla misura papale.

Sacri stipendi, ecco quanto guadagnano cardinali e vescovi

Eccezioni

Il Pontefice ha disposto dal 1° aprile il taglio degli stipendi, ma procedendo «secondo criteri di proporzionalità e progressività con la finalità di salvaguardare gli attuali posti di lavoro».

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.