Draghi: «Riapertura della scuola fino alla prima media». Una norma ad hoc sugli operatori sanitari no vax
Si va verso la «riapertura della scuola fino alla prima media» ma tutto il resto dovrà restare chiuso. Altrimenti anche la condizione di ambiente relativamente protetto che le aule rappresentano, in associazione con la scarsa propensione al contagio dei ragazzi più giovani, finirebbe col venire meno. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nella conferenza stampa da Palazzo Chigi convocata per fare il punto sulle ultime misure anti-Covid e per accompagnare il provvedimento che, sulla base delle indicazioni della cabina di regia, oggi determinerà i nuovi colori assegnati alle regioni. «Il ministro dell’Istruzione Bianchi — ha spiegato — sta lavorando affinché la riapertura avvenga in modo ordinato e in alcuni casi sarà possibile effettuare alcuni test». Nessuna «azione estensiva e globale», tuttavia: viene dunque smentito che il rientro delle classi sarà condizionato all’effettuazione di test di massa settimanali sull’intera popolazione studentesca.
Scuole aperte, tutto il resto no
Draghi ha evidenziato che l’allentamento delle restrizioni per gli alunni è possibile grazie ad alcuni segnali incoraggianti arrivati sempre dalla cabina di regia, in sostanza i numeri sulle curve, che hanno mostrato un leggero miglioramento della situazione, ma anche per le evidenze scientifiche che mostrano come la scuola primaria non sia di per sé una fonte di contagio. «Lo sono invece — ha puntualizzato — tutte le attività para e peri-scolastiche», ovvero trasporti e attività sportive. Per questo, ha detto, è opportuno mantenere in vigore tutte le altre restrizioni. «Abbiamo deciso di spendere questo piccolo tesoretto di cui disponiamo — ha aggiunto il ministro della Salute, Roberto Speranza, ripartendo dagli spiragli di miglioramento presentati dalla cabina di regia — per riaprire la scuola, per l’importante funzione sociale che ricopre».
Il botta e risposta con Salvini
Mentre Draghi parlava a Palazzo Chigi, il leader della Lega Matteo Salvini faceva trapelare il proprio disappunto per le anticipazioni della linea del governo che ipotizzavano una situazione in cui nessuna regione potrà tornare in giallo almeno fino all’inizio di maggio.
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