Opinioni e appetizioni

MATTIA FELTRI

Io ogni tanto ve lo ricordo: prendete i libri editi da Nino Aragno, il miglior editore d’Italia. L’ultimo è intitolato Enchiridion, cioè Manuale, il manuale dei pensieri di Epitteto raccolti dallo scrittore e discepolo Arriano (Epitteto non ha buttato un minuto del suo tempo per scrivere). Qui è nel gioiello della traduzione di Giacomo Leopardi, anno 1825. La partenza è folgorante. Non tutto, dice Epitteto, è in nostro potere. Sono in nostro potere «l’opinione, il movimento dell’animo, l’appetizione, l’aversione…». Non sono in nostro potere «il corpo, gli averi, la riputazione, i magistrati (cioè le cariche pubbliche, ndr)…». Stavo leggendo questo magnifico incipit quando mi è cascato addosso il Matteo Salvini quotidiano, produttore del

Mario Draghi, forse avveduto della agevole disponibilità di opinioni e appetizioni, e dello scialo che se ne fa, ha risposto che il pensabile e l’impensabile dipendono dai numeri. Il Covid, eccolo il punto, non è così sensibile alle opinioni e alle appetizioni di Salvini, né di chiunque altro, e ci dimostra da un anno abbondante che consideriamo in nostro possesso il corpo, gli averi, la riputazione e le cariche pubbliche, ma non sono in nostro possesso né in nostro potere. Ne discende frustrazione, e poi ce la prendiamo con gli uomini e con gli dei.

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