Roma al voto, Letta annuncia le primarie: «Gualtieri in corsa. Raggi, un inciampo»

Il puzzle deve comporsi gradualmente ma Letta (che ieri ha incontrato le Sardine) vuole coinvolgere nelle trattative anche Renzi. C’è un giudizio netto sul renzismo, ma nessuna acrimonia nei confronti del leader di Iv. Con Renzi «parleremo di che tipo di futuro costruire per la sinistra». «Quello che ho chiaro – ha osservato Letta – è che la destra fa il gioco di fare l’opposizione con la Meloni e di stare al governo con la Lega. E la svolta europeista di Salvini, fatta con Giorgetti davanti a un caffé, è da mettere alla prova». Il convincimento è che il segretario del carroccio possa anzitempo far saltare il governo. A giorni Letta dovrebbe incontrare Salvini e Meloni per parlare di riforme. Anche della legge elettorale. Il segretario ha rilanciato il Mattarellum ma potrebbe virare su un proporzionale con premio di maggioranza alla coalizione. In ogni caso lo schema che ha in mente il numero uno del Pd è chiaro: da un lato appunto Meloni e Salvini, dall’altro lui e Conte. Ed è proprio con l’ex presidente del Consiglio, prossimo leader M5s, che si punta a stringere un patto di ferro. Si è aperto un cantiere, aveva spiegato dopo il loro primo incontro.

Ne seguiranno altri, almeno due a settimana. Perché, spiega un big del Pd, le strade saranno parallele. Letta ora mira alle Agorà democratiche, assemblee tematiche perché il congresso ci sarà solo nel 2023. Per aprire il partito alla società civile e cercare di abbattere una volta per tutte il correntismo. Conte, invece, scenderà in campo appena sciolti gli ultimi nodi. Il primo è Casaleggio ma l’obiettivo è arrivare ad una leadership indiscussa. La vera sfida però di Letta (e di Conte) parte con un handicap. L’intesa su Roma ancora non c’è.

IL MESSAGGERO

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