Pd, ripartono i veleni: scambio di accuse Madia-Serracchiani
Ma, ripeto, di cooptazione mascherata si tratta». Delrio replica amareggiato: «Non ho fatto trattative. Non merito accuse di manovre non trasparenti o di potere visto che a quel potere ho voluto rinunciare. Certe parole mi feriscono oltremodo». E Serracchiani, a sua volta in una lettera ai deputati, ribatte: «L’autonomia è stata la cifra della mia storia personale e politica, e anche quando sono stata accanto a qualcuno l’ho fatto lealmente. Confrontiamoci senza retropensieri». Letta evita di commentare, fonti del Nazareno si limitano a ricordare che il segretario ha sempre detto che la competizione tra più nomi è salutare e che i gruppi sono autonomi.
Peraltro, il segretario dopo Pasqua dovrà risolvere il tema della candidatura per il sindaco di Roma, dopo l’annuncio delle primarie fatto venerdì. Letta vorrebbe primarie di coalizione, che però allo stato faticano a decollare: il M5s è bloccato su Virginia Raggi e Carlo Calenda ha ribadito di ritenerle «difficili e inopportune», pur aggiungendo che ne parlerà con il leader Pd. L’obiettivo, racconta un dirigente dem, è convincere almeno l’ex ministro ad un passo indietro, per poter avere la ragionevole certezza che il candidato scelto con le primarie, che sia Roberto Gualtieri o magari David Sassoli, possa arrivare al ballottaggio. Ma Calenda, per ora, non sembra disposto.
LA STAMPA
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