Covid, la nuova alba tra concerti e partite. Il mondo fa le prove di normalità
di RICCARDO JANNELLO
Prove di “back in live”, ritorno in diretta per gli spettacoli e lo sport, abbandonati causa Covid dai loro seguaci costretti agli streaming. Ma dalla Spagna all’Olanda, dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti, dalla Germania al Messico e al Giappone si stanno cercando soluzioni per tornare a vedere il pubblico nei teatri e sulle tribune. Anche perché i lavoratori dello spettacolo sono allo stremo, soprattutto in Italia. “Che emozione, c….” è il colorito commento di Pau Rodriguez, uno dei cinquemila fortunati che hanno assistito l’altra sera nel Palau de Sant Jordi di Barcellona al concerto dei “Love of Lesbian”, il primo evento “massivo” con pubblico nella pandemia.
L’esperienza – nell’arena che ha una capienza di 17.960 spettatori – dimostra che le “bolle” possono funzionare se esiste un protocollo bene organizzato, in questo caso affidato a un virologo, il professor Boris Revollo, e già richiesto all’estero. I cinquemila del Sant Jordi, ampiamente selezionati e prenotati (biglietto fra i 23 e i 28 euro), si sono dovuti sottoporre 48 ore prima a un test antigenico (compreso nel prezzo) e presentare in QR Code sullo smartphone il risultato negativo. Prima di entrare – e ciò ha causato code e ritardo sull’orario d’inizio – gli spettatori sono stati sottoposti a un nuovo test rapido – e sei sono stati rimandati indietro perché positivi –, al controllo della temperatura e sono stati forniti se non l’avessero avuta di una mascherina FPP2. Quindi l’ingresso in sala, senza distanziamento, ma suddiviso in tre diversi settori. “Non si sono verificati incidenti”, dichiarano entusiasti gli organizzatori, che hanno parlato di un primo esperimento di “Festival per una cultura sicura” grazie anche a un nuovo impianto di aereazione. “Siamo sulla strada giusta – ha detto dal palco Santi Balmes, il cantante dei ’Love of Lesbian’ –, ma il vitus là fuori esiste ancora. La battaglia continua”.
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