“Vaccino prima ai magistrati? È un abuso”. Di Pietro accusa: la legge vale anche per loro

MICHELE BRAMBILLA

Stavo buttando il concime e non ho visto subito il messaggio. Di che cosa si tratta?”.

Buongiorno Di Pietro, volevamo chiederle che cosa pensa di questa presa di posizione dei suoi ex colleghi magistrati. Hanno detto che, se non vengono vaccinati prima degli altri, potrebbero sospendere l’attività giudiziaria.

“Allora, partiamo da una premessa. In un’aula di giustizia, durante le udienze di un processo, chi c’è? Escludiamo pure il pubblico perché c’è la pandemia. Dunque: ci sono i magistrati, gli avvocati, gli imputati, i testimoni, i cancellieri, gli uscieri. E un cartello con scritto: la legge è uguale per tutti. E allora, perché soltanto i magistrati dovrebbero essere vaccinati in via prioritaria?”.

Già: perché?

“Io penso questo: il vaccino è un diritto per tutti. Quindi ogni cittadino avrebbe diritto a essere vaccinato subito, adesso, in questi giorni. Ma siccome non ci sono vaccini sufficienti, bisogna proteggere per primi i più deboli. Gli anziani e i malati”.

I magistrati quindi sbagliano a chiedere di essere inseriti nelle liste prima degli altri?

“Non direi che sbagliano. Sbagliare vuol dire commettere un errore. E questo non è un errore: è un abuso. Chiamiamo le cose con il loro nome”.

Addirittura un abuso…

“Sì, perché i magistrati conoscono, devono conoscere la legge. E sanno, devono sapere che la legge non concede loro alcuna priorità rispetto agli altri cittadini”.

Ma dicono: la nostra è una professione senza la quale non si può andare avanti.

“E questo è peggio ancora che un abuso: è un ricatto. Sanno che c’è bisogno del loro lavoro e minacciano: se non ci vaccinate per primi, blocchiamo la giustizia. Ma se vogliamo parlare di professioni di cui tutti abbiamo bisogno, allora dico che una cassiera del supermercato viene sicuramente prima dei magistrati. Una cassiera è sicuramente indispensabile ed è sicuramente più a rischio di contagi”.

Lei è vaccinato?

“No. Ho più di settant’anni e due stent nella coronaria sinistra. Quella destra è chiusa al 55 per cento e devo essere operato. Ma gli ospedali sono intasati e debbo rimandare l’intervento”.

Non poteva chiedere…

“Un favore? Guardi mi hanno chiamato e mi hanno chiesto se volevo far passare l’intervento come urgente. Ho risposto con una domanda: secondo voi c’è davvero urgenza? No, mi hanno detto. E allora non ho voluto passare davanti alla fila, perché ci sono malati più gravi di me. Io tutto sommato sto bene, faccio il contadino, vivo all’aria aperta, giro con il trattore. Farmi operare adesso sarebbe stata una furbata. Lecita, ma una furbata”.

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