I vaccinati in Italia, regione per regione, per fascia d’età. I dati e i territori più efficienti
Domani potremmo superare la soglia simbolica dei 10 milioni di somministrazioni. Un livello ancora lontano dal Regno Unito o degli Stati Uniti, dove la campagna di vaccinazione è partita prima e con altre risorse. Ma i numeri cominciano ad essere non più irrilevanti. Gli italiani che hanno completato il ciclo vaccinale, e quindi hanno avuto tutte e due le dosi, hanno scavalcato un’altra quota simbolica, quella dei 3 milioni. Siamo appena sopra il 5% della popolazione. Ci sono poi altri tre milioni e mezzo di persone che hanno ricevuto la prima somministrazione e sono in attesa della seconda. Sono quasi il 6% degli italiani. Dopo i ripetuti richiami dei giorni scorsi da parte del governo, il commissario straordinario all’emergenza, Paolo Francesco Figliuolo, e il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, ripetono che non si tratta di fare la classifica delle regioni. Un modo per evitare di perdere tempo con le polemiche. Ma le differenze ci sono ancora.
Il Molise in testa
Una prima possibile classifica è quella che mette in fila le regioni in base alla percentuale di popolazione che ha ricevuto la prima dose di vaccino. E che quindi ha una protezione parziale, ma comunque efficace. Al primo posto, secondo la tabella della Fondazione Gimbe, c’è il Molise con il 7,3%. Seguono l’Umbria con il 7,2%, il Lazio con il 7,1% e il Veneto con il 6,7%. La Lombardia è a centro classifica con il 5,6%. In coda ci sono la Basilicata con il 3,7%, preceduta dalle Marche con il 4,5% e dalla Calabria con il 4,6%.
Richiami, guida il Friuli
La geografia cambia se si guarda alla percentuale di popolazione che ha ricevuto già il richiamo. Qui al primo posto con il 6,3% c’è il Friuli-Venezia Giulia, che invece nella classifica che abbiamo visto prima è abbastanza indietro. A pari merito, sempre con il 6,3%, ci sono il Piemonte e di nuovo il Molise. Un filo indietro, con il 6,2%, ci sono l’Emilia-Romagna e la provincia autonoma di Bolzano. In questa classifica la Lombardia — che ieri ha superato il milione e mezzo di somministrazioni totali — è nella parte bassa con il 4,7%. A chiudere è la Sardegna, con il 3,7%, preceduta di misura da Umbria e Calabria, a pari merito con il 4,1%.
Le dosi utilizzate
C’è una terza classifica possibile, che finora abbiamo visto più volte. Ed è quella della percentuale di dosi somministrate rispetto a quelle consegnate. Qui la media nazionale è all’84,5%. Al primo posto c’è la provincia di Bolzano con il 94,1%, all’ultimo la Calabria con il 75%. Finora le dosi sono state distribuite tra le regioni in base al numero dei residenti. A partire dal 15 aprile il metodo cambierà. Si terrà conto del numero degli assistiti da parte del servizio sanitario. Ma senza considerare le persone al di sotto dei 16 anni, che al momento non possono essere vaccinate e che finora hanno aiutato nella distribuzione le regioni del Sud, che hanno un’età media più bassa. E nemmeno gli over 80 che per quella data dovrebbero essere in gran parte immunizzati o comunque con le dosi già prenotate.
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