Le due linee del governo
Di fronte alle rivendicazioni del governo, i dirigenti delle aziende produttrici allargano le braccia, spiegando che da tempo lavorano senza magazzino, e tutto ciò che riescono a realizzare, superando la stretta rete di controlli necessari per ottenere il via libera, viene immesso sul mercato. Non è un problema di rispetto dei contratti. È che la domanda è superiore all’offerta disponibile e alle capacità produttive, e più di così non si riesce.
I tre milioni di dosi giunti tra ieri e oggi saranno sufficienti sì e no per un paio di settimane, ben lontano dall’obiettivo delle trecentomila inoculazioni al giorno. Il ritmo potrà salire se crescerà anche quello delle consegne, assestandosi su almeno duecentocinquantamila al giorno per il prossimo mese. Già questo, realisticamente, rappresenterebbe un risultato concreto. In assenza degli aiuti americani, che per il momento restano per aria, e in costanza di richieste crescenti da parte di tutti i Paesi europei, il problema della campagna vaccinale, che Draghi ha particolarmente a cuore perché lo considera la premessa dell’unica vera ripartenza economica, resta dunque aperto.
LA STAMPA
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