AstraZeneca cambia nome: il vaccino si chiamerà Vaxzevria
Il vaccino anti-Covid di AstraZeneca ha cambiato il nome in «Vaxzevria». Lo ha proposto la casa farmaceutica e il cambio di denominazione è stato approvato dall’Agenzia europea per i farmaci (EMA) il 25 marzo scorso. Lo si apprende dal sito dell’EMA che specifica anche che è stato pubblicato il nuovo bugiardino del farmaco dove, tra gli effetti collaterali, vengono menzionati i rarissimi casi di trombosi. «Dare un nome a un farmaco nuovo è consuetudine. Ed è un processo che avviene in maniera separata dall’approvazione normativa, il vaccino non aveva un nome e ora ce l’ha», ha spiegato l’azienda.
Il nuovo foglietto illustrativo
Per indagare meglio sui rari «eventi avversi», a metà marzo era stata decisa in via precauzionale la sospensione del vaccino AstraZeneca in Italia e in altri Paesi europei. Dopo attenti esami, l’EMA aveva giudicato sicuro il vaccino, affermando che i suoi benefici superano i rischi. Le avvertenze aggiunte sul foglietto illustrativo riguardano la «coagulazione intravascolare disseminata», che, raramente, può determinare una «trombosi venosa cerebrale», dovuta all’occlusione di una vena del cervello. L’invito sul foglietto illustrativo del vaccino AstraZeneca è quello di rivolgersi a un medico in caso di: «respiro affannoso, dolore toracico, gonfiore alle gambe, dolore addominale persistente dopo la vaccinazione. Inoltre, chiunque manifesti sintomi neurologici tra cui cefalea severa o persistente o visione offuscata dopo la vaccinazione oppure ecchimosi (petecchie) in una sede diversa da quella della vaccinazione dopo alcuni giorni».
Aggiornamenti EMA
In ragione del lieve incremento di episodi trombotici osservato in giovani donne (sotto i 55 anni) e non visto nella popolazione più anziana, l’EMA non ha escluso (né acclarato) un legame tra questi casi e il vaccino ed è per questo che gli studi su queste forme di trombosi stanno continuando. L’EMA afferma che pubblicherà un aggiornamento sul vaccino durante la prossima riunione del suo comitato per la sicurezza, che si terrà dal 6 al 9 aprile, incontro che aiuterà a chiarire la frequenza con cui si verifica l’effetto avverso segnalato e se il rischio possa variare in base all’età o al sesso.
Stop in alcuni Land tedeschi sotto i 60 anni
Per lo stesso motivo nella gionata di martedì il Land di Brandeburgo, oltre a Berlino e Monaco hanno deciso di sospendere la somministrazione del vaccino AstraZeneca per persone sotto i 60 anni di età. La Germania indaga ora su 31 casi di rari coaguli di sangue nel cervello, 9 dei quali hanno provocato la morte in persone che hanno ricevuto il vaccino (i numeri sono appena stati aggiornati). All’inizio del mese , dopo circa 1,6 milioni di vaccinazioni AstraZeneca e 7 casi di rara trombosi segnalati, gli esperti dell’Istituto Paul Ehrlich avevano detto che normalmente «ci si sarebbe aspettati circa 1 caso» in quella finestra temporale in quel numero di persone. Finora, la maggior parte dei casi è stata osservata in donne sotto i 65 anni, ma ciò potrebbe essere dovuto alla popolazione vaccinata: molti paesi inizialmente usavano AstraZeneca solo nelle persone sotto i 65 anni. Ciò significava che il vaccino veniva utilizzato in gruppi prioritari come operatori sanitari e insegnanti, la maggioranza dei quali è rappresentata da donne.
Come si spiegano
In attesa di decisioni coordinate da parte dei Land tedeschi dello Stato Federale dopo la sospensione di alcuni, arriva uno studio di un gruppo guidato dallo specialista tedesco della coagulazione Andreas Greinacher dell’Università di Greifswald, che potrebbe aver trovato una spiegazione per le rare forme di trombosi e, soprattutto, un modo per prevenirle e affrontarle.
Somiglianze con un effetto collaterale dell’eparina
I team di ricercatori tedeschi ha esaminato alcuni rapporti e ha scoperto che questa rara combinazione molto insolita di sintomi – coaguli di sangue diffusi e, al contempo, una bassa conta piastrinica, a volte con emorragie – assomiglia a un raro effetto collaterale del fluidificante del sangue eparina, chiamato «trombocitopenia indotta da eparina» (HIT). Identificare somiglianze e decorso può aiutare a prevenire e, nel caso, a curare le manifestazioni delle reazioni avverse. «Sappiamo cosa fare: come diagnosticarlo e come trattarlo», ha affermato Greinacher, parlando del disturbo che ha denominato «sindrome da trombocitopenia immunitaria protrombotica indotta da vaccino» (VIPIT). Anche se si tratta solo di un’ipotesi, lo studio (non ancora pubblicato, nè sottoposto a revisione) del professore, viene preso «sul serio». Due società mediche tedesche hanno diffuso comunicati stampa lodandolo per aver «risolto il dilemma». Nei Paesi Bassi, la Dutch Internal Medicine Society ha esortato gli internisti a studiare le linee guida di intervento raccomandate nella ricerca.
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