Pronto il decreto, l’Italia rimane blindata. Draghi non cede: “Inutile illudere i cittadini”

alessandro barbera

ROMA. Bar e ristoranti resteranno chiusi per tutto aprile, a meno che la situazione epidemiologica non cambi drasticamente nelle prossime due settimane. Mario Draghi ha deciso di non cedere alle sirene di Matteo Salvini e dei tanti (sono 14) presidenti regionali di centrodestra che per tutto ieri hanno tentato di convincerlo a cambiar linea. Ha confermato la linea rigorista a metà pomeriggio, dopo essersi vaccinato con la moglie e aver letto gli ultimi dati dell’Istituto superiore di sanità, della Fondazione Bruno Kessler e dell’Agenas.

La variante inglese del coronavirus, più contagioso del ceppo precedente del 37 per cento, colpisce otto persone su dieci. La buona notizia è che la curva dei contagi si è raffreddata, ma restano alti il numero dei morti e soprattutto i posti occupati da malati Covid in terapia intensiva: sono il 41 per cento del totale, ben oltre la soglia critica di un terzo. «Di fronte a questi numeri inutile illudere gli italiani», dice Draghi in queste ore. Per dare un segnale al centrodestra, il decreto che verrà approvato oggi dovrebbe contenere comunque un impegno politico a valutare misure meno restrittive a partire da metà mese. Dalle zone gialle sospese alla scuola: le nuove misure anti-Covid in Italia nel mese di aprile 2021

Il premier ha un piccolo spazio di manovra e lo vuole usare per le scuole. Anzitutto le materne e le elementari: dal 7 aprile i bambini fino a dieci anni dovrebbero essere tutti a scuola. Il condizionale s’impone perché in passato alcune Regioni hanno deciso di fare da sé e – soprattutto al Sud – di tenere chiuse le aule anche quando non sono state costrette alla zona rossa. Per risolvere il problema a Palazzo Chigi si sta valutando una norma che obbligherebbe i presidenti ad attenersi all’indicazione del governo, ma poiché si tratta di una decisione politicamente delicata, Draghi ne riparlerà oggi con i partiti prima del consiglio dei ministri convocato alle 17.30. La stessa verifica si farà per un’altra questione: la riapertura al 50 per cento delle scuole superiori per le Regioni in zona arancione, ma in questo caso i governatori hanno la facoltà di decidere in autonomia. La virologa Ilaria Capua: “Questo virus non andrà via”

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