Te la do io l’America
Mattia Feltri
Mettetevi comodi perché questa non è tanto facile. Allora, ieri hanno beccato un italiano e un russo, il primo stava vendendo al secondo segreti militari della Nato. Roba da 007. Prezzo: cinquemila euro, che al massimo ci compri uno scooter. Boh, sarà la crisi.
Fra l’altro li hanno beccati a Spinaceto, non proprio un posto da James Bond. E poi, dicono gli americani, non era nemmeno roba importante. Se ne è fatto un mezzo pandemonio, dice Giorgio Cuzzelli, docente di Sicurezza internazionale all’Orientale di Napoli, per spiegare ai russi da che parte stiamo, cioè con gli americani, e dunque non pensino di scorrazzare in Italia e fare come credono.
E infatti il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha gonfiato i bicipiti: ha espulso due funzionari russi e convocato l’ambasciatore per cantargliene quattro. Il problema, aggiunge Gabriele Natalizia, docente di Relazioni internazionali alla Sapienza, è che i militari russi scorrazzavano in Italia un anno fa, e convocati dal nostro governo, con Di Maio a fare da dama di compagnia. Non importa: viva il Di Maio di oggi, ravveduto, occidentale, atlantico e inflessibile. Tutto a posto? Per niente. Perché nelle stesse ore sul blog di Beppe Grillo è stato pubblicato l’intervento di Fabio Massimo Parenti, associato all’Università di Pechino, sprezzante con Joe Biden, col suo preteso e ingiustificato suprematismo valoriale, il suo maccartismo antirusso e anticinese. Una prepotenza sbirresca che «mette in pericolo l’umanità». Figuriamoci se non finiva col prevalere il fattore Spinaceto, location dell’anima per un perfetto sequel del film di Totò: Beppe e Luigino divisi a Berlino.
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