Il video che incastra Walter Biot: era in contatto coi russi da cinque mesi
di Fiorenza Sarzanini
È seduto di fronte al computer, in mano ha uno smartphone. Inquadra la schermata e scatta decine di foto. Quando ha terminato estrae la scheda dal cellulare e la nasconde in una scatola. Poi si alza e va via. Eccolo il video che mostra il capitano della Marina Militare Walter Biot mentre spia documenti classificati per conto dei russi. È il 25 marzo 2021, una telecamera piazzata dai carabinieri del Ros nel suo ufficio alla Stato Maggiore di Difesa registra la sequenza. E lo incastra. Perché quella stessa schedina sarà ritrovata martedì 30 marzo addosso a Dmitrij Ostroukhov, il diplomatico di Mosca che lo aveva agganciato e pagato 5.000 euro per farsi consegnare le carte segrete. In tutto sono «181 foto di materiale in gran parte classificato come “riservatissimo” di cui 47 file “Nato secret” classificati come “segreti”».
La festa in ambasciata
L’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice di Roma racconta soltanto l’ultimo brandello di una storia di tradimenti che in realtà sarebbe cominciata almeno cinque mesi fa. Biot viene avvicinato durante un ricevimento in ambasciata, ci vuole poco a capire che ha bisogno di soldi. Lo reclutano, lui si mette a disposizione. Gli specialisti del controspionaggio dell’Aisi, l’Agenzia per la sicurezza interna guidata dal generale Mario Parente, avvertono che nel comportamento di Ostroukhov c’è un interesse sospetto. E cominciano a monitorarlo. Scoprono così che incontra Biot sempre con le stesse modalità: prende la metropolitana fino all’Eur, scende e sale su un autobus, arriva a Spinaceto (periferia a sud di Roma) dove lo aspetta il «contatto» italiano. Fa alcuni giri a piedi per controllare di non essere pedinato poi sale sull’auto di Biot e insieme si fermano nel parcheggio di un supermercato. Non sa che nella macchina del capitano sono state piazzate cimici e telecamere. Non immagina che ogni movimento e parola vengano registrati.
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