M5S, Conte: «Non sarà un restyling, dobbiamo rifondare il Movimento»

di Emanuele Buzzi

«Neo Movimento»: lo chiama così più volte Giuseppe Conte nel suo esordio da leader Cinque Stelle. L’ex premier sottolinea, rimarca, ribadisce chiaramente che il suo intento è «rifondare il Movimento». «Non è un’operazione di restyling o marketing politico ma un’opera coraggiosa di rigenerazione, senza rinnegare il passato», dice Conte. L’ex premier parla da leader, dribbla i nodi del rapporto con Rousseau (che non viene mai citato, anche se critica alcuni limiti della democrazia diretta) e del tetto dei due mandati, ma chiarisce i paletti del suo progetto.

«Proporrò un nuovo Statuto», che non rinneghi un’organizzazione «leggera», ma «dobbiamo avere un chiaro assetto interno, con ripartizione inequivoca di competenze e ruoli, che ci aiuti a definire la linea politica e l’azione», dice Conte, che bacchetta le correnti («non abbiamo bisogno di associazioni varie»). Conte annuncia che scriverà con il contributo dei parlamentari una nuova carta dei valori M5S e che ha in mente una struttura innovativa, con un dipartimento per i rapporti con le formazioni politiche straniere e un centro di formazione permanente. Punti nevralgici che potrebbero essere riservati a chi è al termine dei due mandati. Conte ipotizza un respiro più internazionale per il «suo» M5S. E — con Beppe Grillo all’ascolto — chiede chiarezza alla piattaforma: «La democrazia digitale è frutto di una tecnologia, che non è neutra».E ancora: «Serve massima trasparenza» sul processo dei dati.

Poco dopo la fine del suo intervento, arriva l’endorsement di Luigi Di Maio, mentre tra deputati e senatori c’è qualche mugugno per avere «evitato i problemi». D’altronde, anche l’attesa del discorso di Conte è segnata dalle solite tensioni. Prima è arrivata la notizia dell’intervento visibile per tutti sui social network M5S. Un cambio di programmi dettato dalla «forte richiesta della base di poter ascoltare». Poi ai 400 partecipanti all’assemblea vengono comunicate istruzioni dettagliate sui tempi e la successione degli interventi. Ma l’obiettivo a molti sembra sia quello di blindare la riunione da interventi su temi controversi: «Stasera la discussione verterà quindi sulla prospettiva politica del Movimento e si dovrà cercare di rimanere nell’ ambito della discussione in oggetto». Parole che incendiano gli animi di un gruppo di parlamentari alla prima legislatura decisi a chiedere chiarimenti sul tetto dei due mandati.

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