La rivoluzione dei concorsi pubblici: esami digitali, al lavoro in 100 giorni
Il nuovo protocollo
Tutte le fasi di questo concorso, come di tutti gli altri che partiranno o ripartiranno di qui a breve, si svolgeranno nel rispetto del nuovo Protocollo per lo svolgimento dei concorsi pubblici validato dal Comitato tecnico-scientifico, che introduce obblighi stringenti per garantire la sicurezza anti-contagio, tra cui quello di indossare la mascherina FFP2 e di effettuare il tampone nelle 48 ore precedenti la prova. Un obbligo che vale per tutti i candidati, anche quelli già vaccinati, e per tutti i membri delle commissioni.
Rispetto alle regole fissate in precedenza, in particolare, come spiegano dalla Funzione pubblica, viene poi rimosso il tetto di 30 partecipanti a sessione per lo svolgimento delle prove in presenza, che rendevano impossibile lo svolgimento dei concorsi a molte amministrazioni. Oltre a questo la durata massima della prova è limitata a un’ora, le prove che si svolgeranno in sedi decentrate a carattere regionale (in modo da minimizzare gli spostamenti) prevedendo percorsi dedicati di entrata e di uscita ed adeguate volumetrie di ricambio d’aria.
ll pacchetto normativo contenuto nel decreto Covid» prevede ulteriori misure di semplificazione per sbloccare i concorsi sospesi nella Pa: per quelli già banditi, per cui non sia stata svolta alcuna prova, le amministrazioni prevedono l’utilizzo degli strumenti informatici e digitali; per quelli già banditi, per i quali non sia stata svolta alcuna prova, le amministrazioni possono prevedere una fase di valutazione dei titoli e, facoltativamente, anche delle esperienze professionali per l’ammissione alle successive fasi, fermo restando che il punteggio attribuito per i titoli concorrerà alla formazione del punteggio finale. Nei concorsi per il reclutamento di personale non dirigenziale le amministrazioni possono prevedere una sola prova scritta e una eventuale prova orale. Idem per i concorsi che saranno banditi durante lo stato di emergenza. Unica eccezione il personale in regime di diritto pubblico: magistrati, avvocati e procuratori dello Stato, professori universitari, appartenenti al comparto sicurezza e difesa, personale della carriera diplomatica e prefettizia restano infatti esclusi da queste novità.
Secondo le stime dell’Anci nei prossimi 5 anni nei comuni italiani occorre prevedere 60 mila assunzioni. Ma se si guarda all’intera Pa, stando all’ultimo rapporto Unioncamere-Anpal sui fabbisogni occupazionali, i posti da coprire sono almeno 740 mila unità.
LA STAMPA
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