Scuola, scrutini “senza sconti” a fine anno
Domani, concluse le vacanze di Pasqua, cinque milioni e mezzo di ragazzi torneranno sui banchi di scuola. Infanzia, primarie e prima media anche in zona rossa, secondo l’ultimo decreto voluto da Mario Draghi. Resteranno in Dad circa tre milioni di studenti: per il 25-50% del tempo alle superiori in zona arancio, per il 100% in zona rossa (dove la Dad si estende a seconda e terza media). A oggi le regioni rosse sono Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana e Valle d’Aosta.
A poco più due due mesi dalla fine dell’anno scolastico, si pensa allo scrutinio: verifiche, test, interrogazioni, pagelle, bocciatura o promozione o recupero, ammissione alla classe successiva, o all’esame di maturità. Problemi che riguardano soprattutto gli adolescenti, dato che alle primarie e alle medie le bocciature sono rarissime. Quest’anno, a differenza del precedente, non ci saranno ordinanze ministeriali: le regole saranno quelle ordinarie, decidono professori e consigli d’istituto. Una scelta “minimalista” sgradita al Codacons, che ha già annunciato ricorsi. Mentre i presidi invitano al sangue freddo: “Siamo sicuri che i docenti terranno conto di tutte le problematiche incontrate dagli studenti – fa sapere l’Anp – e premieranno i più meritevoli”. Nessun liberi tutti, quindi, ma “fiducia” e “flessibilità”. Con probabile aumento dei “rimandati a settembre”, con l’estate per mettersi al passo. Unico ammorbidimento alle viste: l’ammissione in caso di frequenti assenze dovute alla scarsa connessione Internet. Gli studenti quest’anno potranno essere bocciati, nonostante i tanti mesi di didattica a distanza, ma “dovranno avere fiducia nei loro insegnanti, li conoscono li hanno seguiti tutto l’anno”, spiega il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, intervistato dal Tg3.
L’anno scorso – sconvolto dalla prima ondata di pandemia – è prevalsa la linea del “tutti promossi salvo casi eccezionali” per decisione della ministra Azzolina, ma quest’anno le cose andranno diversamente. Il dicastero dell’Istruzione, guidato da Patrizio Bianchi, ha già fatto sapere informalmente che non sono previste ulteriori ordinanze sulla valutazione degli studenti. Ribadendo la “massima fiducia” nella decisioni dei singoli consigli di classe che conoscono e sono in grado di valutare i ragazzi. La posizione del Miur è netta: quest’anno la situazione è radicalmente diversa, la Dad si è trasformata in “didattica digitale integrata” ben più strutturata e organizzata, sono state stanziate risorse per i tablet e impostata un’offerta formativa ad hoc. Criticità come il rischio di ricorsi massicci da parte delle famiglie non rientrano nel campo di azione ministeriale. Come non si possono prendere in considerazione le scelte di alcune Regioni – come la Campania – dove la didattica in presenza è stata praticamente azzerata, perché il governo ha consentito – fino all’ultimo provvedimento firmato da Draghi – di emanare ordinanze locali più restrittive.
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