L’Fmi vuole la patrimoniale. Chi rischia la grande “botta”
Tassare i redditi più alti ed i grandi patrimoni per promuovere la ripartenza del Paese a seguito della crisi economica prodotta dall’emergenza sanitaria e dalle pesanti misure restrittive imposte dall’alto: è questo il piano che il Fondo monetario internazionale (Fmi) intende suggerire alle autorità politiche italiane.
All’interno del “Fiscal monitor”, Fmi prevede la persistenza un pesantissimo debito per l’Italia, che non dovrebbe accennare a diminuire in modo sensibile quantomento fino al 2026. Per quanto concerne l’anno in corso il rapporto tra debito e Pil dovrebbe raggiungere un picco del 157,1%, iniziando a decrescere molto lentamente nei prossimi 5 anni senza tuttavia andare mai al di sotto della soglia del 150%. Per il 2022, infatti, il rapporto tra debito e Pil si dovrebbe attestare intorno al 155,5%, per poi raggiungere il 155,1% nel 2023, il 153,17% nel 2024, il 152% nel 2025 ed il 151% nel 2026.La casa ora torna in pericolo: il piano Fmi per tassarla
Nel rapporto del Fondo monetario internazionale è inoltre previsto per l’anno in corso un rapporto tra deficit e Pil dell’8,8%, che potrebbe calare fino al 5,5% nel 2022, al 3,8% nel 2023, al 2,2% nel 2024, al 2% nel 2025 ed all’1,8% nel 2026.
Fmi stima un avanzo primario per i conti italiani, ovvero al netto delle spese per il servizio del debito, solo a partire dal prossimo 2024. Nel “Fiscal monitor” si prevede che tale dato resti in rosso per il 5,6% nel 2012, per il 2,5% nel 2022 e per lo 0,9% nel 2023. Dovrebbe invece registrarsi un avanzo primario pari allo 0,6% nel 2024 e dello 0,7% nel 2025 e nel 2026. E per quanto riguarda invece le entrate fiscali? Nel documento si dice che dovrebbero raggiungere il 47,9% nel corso del 2021, per poi abbassarsi leggermente fino al 47,5% l’anno prossimo.
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