Rita, l’app che ci mostra cosa sanno di noi Google e Facebook
La prova con i dati di Facebook
Nel caso
dei dati ottenuti da Facebook, Rita mostra tre schermate principali.
Data & Ads indica il valore monetario (stimato) dei nostri dati per
Facebook nel corso dell’ultimo anno, il numero di pubblicità su cui
abbiamo cliccato e le aziende con cui Facebook ha condiviso i nostri
dati di profilazione. La schermata dedicata al tracciamento ci rivela
invece a colpo d’occhio il numero di volte che siamo stati tracciati e i
siti web che abbiamo visitato inviando informazioni a Facebook. La
schermata sulla profilazione, infine, raccoglie ciò che Facebook crede
di sapere di noi, cioè gli interessi che vengono assegnati al nostro
account per affinare le pubblicità che ci vengono mostrate.
Tutti questi dati, è bene dirlo, si possono in consultare e soprattutto scaricare manualmente anche dal sito di Facebook. L’accesso alla consultazione di ciò che si può vedere online però non è intuitivo, e dai dati scaricati è difficile inferire in maniera semplice il livello di profilazione e di diffusione dei nostri dati a fini pubblicitari.
Richiedere la cancellazione dei dati
Oltre a semplificare l’organizzazione e la lettura dei dati, Rita si
prefigge di aiutare l’utente a richiedere la rimozione delle
informazioni, come previsto dalla GDPR.
Da un menu dedicato si può
limitare l’accesso delle aziende alle nostre informazioni, disiscriversi
dalle email promozionali, e personalizzare i propri interessi in modo
da scombinare la profilazione pubblicitaria di Facebook. Con la versione
pro dell’app è possibile anche tenere traccia dell’aggiornamento dello
stato delle richieste di rimozione dei dati. La versione avanzata di
Rita per ora non si paga, ma si può sbloccare invitando altri tre amici a
provare l’applicazione. Sulla base di questo processo e in funzione
della quantità dei dati controllati dalle aziende, Rita calcola infine
un punteggio, il Privacy Score, allo scopo di rendere più intuitivo il
livello di diffusione dei nostri dati personali.
Rita è un’app ancora giovane, ci sono alcuni angoli da smussare nella user experience e qualche dettaglio da rivedere ma l’idea è promettente e il team determinato a portare avanti il progetto, aggiungendo nuovi servizi a cui accedere per scaricare le informazioni. «Oggi gli utenti non possiedono ancora i propri dati», conclude Schenardi. «Crediamo che semplificare tutte le procedure legate all’accesso ai dati sia fondamentale per consentire a chiunque di operare una scelta informata ed efficace sulle proprie informazioni. Sapere che i giganti del Web ci profilano e vedere in maniera chiara cosa questo significhi e cosa questo comporti sono due cose completamente diverse, anche per chi è già molto attento al tema della privacy».
LA STAMPA
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