Draghi, la conferenza stampa: «Con che coscienza si salta la fila per i vaccini? Si alle riaperture, ma non ho date»
Vaccini e riaperture di pari passo
Il piano vaccinale in ogni caso prosegue e non si è registrato il temuto boomerang su AstraZeneca, con un numero di defezioni molto limitato. «Il crollo di fiducia si vede meno di quanto ci si potesse aspettare — ha commentato Draghi —. Continueremo a dare messaggi rassicuranti, con grande serietà e non a cuor leggero. Io tra l’altro mi sono vaccinato con AstraZeneca e così pure mia moglie». Il premier ha spiegato anche che «la disponibilità dei vaccini non è calata, anzi sta risalendo. E non ho dubbi sul fatto che gli obiettivi vengano raggiunti». Gli obiettivi sono le 500 mila dosi somministrate ogni giorno («Ho chiesto al generale Figliuolo e mi ha confermato che sarà così»), anche se al momento il picco raggiunto è di circa 293 mila. Draghi ha precisato che la disponibilità di dosi permetterà di «vaccinare entro aprile tutti gli over 80 e gran parte degli over 75» e che la scelta di mettere in sicurezza prima le categorie più deboli è propedeutica anche alle riaperture. Se non ci saranno ulteriori defaillance nelle forniture, ha confermato, dovrebbe essere già garantito anche l’intero fabbisogno annuale, senza dunque la necessità di ricorrere ad altri contratti, come per esempio per l’acquisto del russo Sputnik, peraltro ancora non autorizzato nella Ue.
«Riaperture? Non ho una data»
Quanto alle riaperture, l’ultimo decreto prevede misure restrittive che coprono l’intero mese di aprile, ma prevede anche — ha sottolineato il capo del governo — la possibilità di rivedere i provvedimenti sulla base dei numeri. Draghi in giornata aveva incontrato anche il leader della Lega, Matteo Salvini, e con lui aveva affrontato in particolare proprio il tema del progressivo ritorno alla normalità. «La miglior forma di sostegno economico sono proprio le riaperture — ha evidenziato Draghi, con un concetto fatto proprio anche da Salvini, riconoscendo poi che dietro le manifestazioni dei giorni scorsi, al netto della violenza mai giustificabile, c’è anche «disperazione» delle categorie maggiormente colpite dalle limitazioni —. Io voglio che le prossime settimane siano all’insegna della riapertura, ma una riapertura in sicurezza». A partire dalle scuole: «Vogliamo dare ai ragazzi almeno un mese pieno di attività scolastica, consentire loro di finire l’anno insieme». Sull’allentamento delle misure, il premier ha sottolineato che «quanto più celermente si procede con le vaccinazioni, tanto più si procederà con le riaperture». Draghi ha però ribadito che solo garantendo la tutela vaccinale alle categorie a rischio sarà possibile pensare di farlo. «Non ho una data — ha precisato il premier — perché dipenderà dai dati di diversi parametri. Uno è sicuramente quello dei contagi, ma anche quello delle vaccinazioni sarà fondamentale».
Speranza non si tocca
Sui fondi per i ristori, altro tema anticipato da Salvini, il nuovo scostamento di bilancio «sarà superiore ai precedenti», anche se diversamente dal leader leghista (che aveva parlato di almeno 50 miliardi) Draghi non ha quantificato lo stanziamento. Sollecitato dai giornalisti, sulle continue punzecchiature di Salvini al ministro della Salute Roberto Speranza (anche oggi in una dichiarazione ha sottolineato di avere «la speranza con la s minuscola») il premier ha tagliato corto: «L’ho detto anche a lui: il ministro Speranza l’ho voluto io nel governo e ne ho molta stima».
La stagione turistica
Il passaggio dalle riaperture degli esercizi commerciali alle previsioni sulla stagione turistica estiva, nelle domande dei cronisti, è stato breve. Draghi ha spiegato che anche in questo caso manca una previsione di data. «Garavaglia dice a giugno. Speriamo, magari anche prima chi lo sa». Restano da stabilire le regole ma, ha anticipato il capo del governo, «siamo pronti ad accogliere tutti i turisti che abbiano un certificato vaccinale». In ogni caso, «non diamo per abbandonata la stagione turistica, tutt’altro. E pensiamo anche alla programmazione fieristica: sono molti gli appuntamenti in Italia tra maggio e ottobre che dobbiamo provare a salvare».
«Erdogan? Dittatore di cui si ha bisogno»
Draghi ha risposto anche a domande sul futuro di Alitalia, sulla digitalizzazione del Paese, sulla Libia e sul caso del posto in secondo piano concesso alla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, all’incontro tra il presidente turco Erdogan e i vertici dell’Unione: « Mi è spiaciuto moltissimo per l’umiliazione che la presidente von der Leyen ha dovuto subire. La considerazione da fare è che con questi dittatori di cui però si ha bisogno di collaborare, o meglio di cooperare, uno deve essere franco nell’esprimere la differenza di vedute, di comportamenti, di visioni, ma pronto a cooperare per gli interessi del proprio paese». Dunque trovare l’«equilibrio giusto».
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