«AstraZeneca viola il contratto»: la lettera-ultimatum dell’Europa
Per Bruxelles, non può essere stata solo sfortuna per il cattivo esito nella produzione di alcuni lotti. La lettera sottolinea che la Commissione aveva pagato una prima rata di 227 milioni di euro subito dopo la firma del contratto in agosto, proprio per mettere l’azienda in grado di partire con le forniture al più presto. Ma rivela anche che i problemi erano iniziati subito: il versamento di una seconda rata da 112 milioni era stato sospeso in autunno «a causa della mancanza da parte di AstraZeneca della rendicontazione richiesta» (all’epoca Bruxelles aveva tenuto la questione riservata).
Nel contratto AstraZeneca si era impegnata a procurarsi nei tempi tutte le componenti e gli ingredienti necessari, ma la Commissione accusa: «Il mancato rispetto degli obblighi sembra in parte radicato nel fallimento (dell’azienda, ndr) nell’assicurarsi la fornitura degli ingredienti farmaceutici». Poi il punto politicamente più delicato: il sospetto che parte delle dosi europee siano andate al governo di Londra di Boris Johnson, il grande regista della Brexit e dell’assegnazione a AstraZeneca del vaccino sviluppato a Oxford e alla Irbm di Pomezia.
In effetti il gruppo stesso ha dichiarato che alcune dosi prodotte nei siti britannici — anche quelli indicati nel contratto con la Ue per le forniture all’Europa — sono state date a Londra. Conclude Gallina. «È una confessione che AstraZeneca ha violato i suoi obblighi» verso la Ue perché «ha assunto impegni in conflitto fra loro che materialmente impediscono l’attuazione del contratto» con Bruxelles. In effetti nell’accordo il gruppo dichiarava di non avere obblighi di fornitura «in conflitto» con quelli verso l’Ue. Infine, Gallina chiede conto della richiesta di autorizzazione presentata solo in gennaio benché il contratto la prevedesse entro dicembre.
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