Dad e Did, Decreto Ristori e Sostegni, Asl, Ats, Asp e Nuova Imu: qual è la differenza? Cambiare sigle per non cambiare nulla

di Milena Gabanelli e Rita Querzè

L’efficienza di un Paese si vede anche dalla chiarezza con cui la pubblica Amministrazione comunica ai cittadini la propria attività. Ogni servizio è classificato con un nome o un acronimo e se li cambi spesso, anche quando la sostanza rimane identica, la gente si confonde. Purtroppo l’ufficio complicazione affari semplici lavora giorno e notte. La Dad, Didattica a distanza, lo scorso settembre, con l’inizio del nuovo anno scolastico, è diventata Did (Didattica integrata a distanza), ma gli studenti continuano a fare sostanzialmente la stessa cosa, cioè seguire le lezioni dal computer, e tutti continuano a chiamarla Dad. E peraltro esiste già un’altra Did: la «Dichiarazione immeditata di disponibilità al lavoro». Cambiare nome a volte serve solo a marcare la differenza fra un governo e l’altro. Prendiamo i provvedimenti che servono a risarcire chi è stato danneggiato dalla pandemia: fino a ieri si chiamavano «Ristori», adesso sono diventati «Sostegni». Che cosa c’è di nuovo? Niente. Il nuovo governo ha cambiato il nome anche ad alcuni ministeri: quello dell’Ambiente è diventatodella Transizione ecologica (Mite), quello delle Infrastrutture e dei Trasporti è ora delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili. Ci eravamo abituati al Mit, non sarà immediato familiarizzare con il Mims. Il ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione è diventato ministero della Transizione Tecnologica e dell’Innovazione Digitale. Maquillage o sostanza? Vedremo.

Enti che cambiano nome

Anche gli enti cambiano spesso carta d’identità. Un esempio su tutti: Equitalia. Molti presero alla lettera nell’estate 2016 il «bye bye Equitalia» dell’allora presidente del consiglio Matteo Renzi, e così da luglio 2017 è stata sostituita da Agenzia entrate-riscossione. Equitalia era una spa (partecipata al 51% dall’Agenzia delle entrate e al 49% dall’Inps) mentre adesso Agenzia entrate-Riscossione è un ente pubblico economico, sottoposto alla vigilanza del ministero dell’Economia. Si sarebbe potuto fare questo passaggio mantenendo il nome, visto che «I contribuenti troveranno nuovo logo, nuova modulistica, mentre i servizi saranno svolti in continuità con la precedente gestione» diceva l’ultima nota della stessa Equitalia, prima di dissolversi. E infatti le cartelle esattoriali si sono continuate a pagare come sempre. Ma qui la questione di fondo era proprio il nome: Equitalia aveva una brutta reputazione. Il problema è che cambiare insegne, carta intestata, sistemi informatici, biglietti da visita ha un costo per lo Stato e, quindi, per i cittadini. Certo non tutti i cambi di nome sono operazioni di marketing: per esempio, l’Agenzia delle Entrate è nata nel 2001 da una costola del ministero delle Finanze che agiva attraverso le Intendenze di finanza sul territorio. A differenza del ministero, l’attività dell’agenzia è basata sull’autonomia, solo gli obiettivi da raggiungere sono concordati attraverso un contratto di servizio. I risultati parlano: l’indice di redditività (il rapporto tra i costi dell’agenzia e le entrate garantite dal suo lavoro) è salito da 1,93 del 2008 a 6,32 del 2019.

Tassa sui rifiuti: 4 nomi in 10 anni

Il caso della tassa sui rifiuti è un esempio da manuale. Negli anni ‘90 si decide di dare agli enti locali maggiore potere impositivo con il federalismo fiscale. E quindi dal ‘93 al ’97 gli italiani hanno pagato la Tarsu, cioè la Tassa per lo Smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani. Nel ‘97 con il decreto Ronchi è stata istituita la Tia, Tariffa di Igiene Ambientale. Nel dicembre 2011 è arrivata la Tares, con il decreto Salva Italia. Infine nel dicembre 2013 è stata introdotta la Tari con la legge di Stabilità. Poi diversi Comuni hanno continuato lo stesso con la Tares perché la legge lo consentiva. Quattro cambi di nome in poco più di 10 anni. Inoltre ogni Comune può gestire con una certa autonomia esenzioni e agevolazioni, creando un’enorme confusione. Il risultato è che se chiedi ad un cittadino come si chiama la tassa sui rifiuti che sta pagando spesso non lo sa.

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