Se Draghi rilancia l’Europa
E’ in questo contesto che Mario Draghi sembra intenzionato a ridare voce all’Unione europea, grazie ad un nuovo ruolo attivo dell’Italia. Verso la Russia ha reagito energicamente contro i tentativi di spionaggio; in Libia ha affermato il netto sostegno al governo libico, in polemica con l’ingombrante presenza di russi e turchi, rivendicando per l’Italia, e quindi per l’ Unione, un nuovo attivismo nel Mediterraneo. Ma lui stesso ha detto che non si può fare a meno di “fare i conti” con le autocrazie e le “democrature”. Che vanno affrontate a viso aperto.
Su quali risorse può contare Draghi per realizzare questo progetto? E’ assolutamente indispensabile che il premier italiano possa contare sul pieno consenso esplicito e percepibile dei democratici italiani. Ma per ottenerlo, non basta che critichi i reggenti delle autocrazie. Deve anche spiegare i termini dei compromessi che ritiene necessari con queste, e viceversa ciò che ritiene non negoziabile. Cosa che non ha fatto, ad esempio, durante e dopo la sua visita in Libia, dove si è congratulato per gli aiuti nei salvataggi in mare, ignorando che cosa avviene dopo ai malcapitati che ne sono oggetto. O per la questione delle armi vendute non solo a “democrature”, ma anche a regimi esplicitamene dittatoriali.
Insomma il compito che si è assunto Draghi è meritevole e importante ma evidentemente per portarlo a termine sarà necessaria molta determinazione e senso critico.
LA STAMPA
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