Draghi sceglie Bernabè per portare Ilva fuori dalle secche
Sotto accusa, come nel caso del siderurgico, le emissioni inquinanti di una acciaieria. Il licenziamento è apparso a molti un eccesso di zelo tanto che è stato stigmatizzato anche dal ministro del Lavoro Andrea Orlando il quale ha chiesto spiegazioni ufficiali a Morselli. La manager ha risposto a muso duro sostenendo he le spiegazioni il ministro le aveva già ricevute, avendo trasmesso al ministero il provvedimento disciplinare con il quale il dipendente veniva licenziato. Insomma l’ad di Ilva sembra fare di tutto per creare un clima di tensione nell’azienda e con le istituzioni che si stanno a vario titolo adoperando per risolvere la crisi di Taranto.
A questo riguardo è molto probabile che l’ingresso di Invitalia e del nuovo presidente in Ilva avvenga a valle della decisione del Consiglio di Stato sul ricorso presentato da ArcelorMittal, Ilva e la stessa Invitalia contro la sentenza del Tar di Lecce del 13 febbraio scorso che confermava una ordinanza del sindaco di Taranto di un anno prima che disponeva la fermata degli impianti dell’area a caldo per motivi ambientali.
E’ evidente che un provvedimento del genere, se confermato, manderebbe a monte il piano di rilancio dell’Ilva perché solo con l’area a caldo a pieno regime l’azienda può produrre quell’acciaio che serve a rifornire il mercato automotive europeo e mondiale e dunque ricoprire il posto che le compete all’interno del mercato siderurgico. E’ noto a tutti e in particolare anche a Palazzo Chigi che l’Ilva è fondamentale per l’industria manifatturiera italiana e una sua chiusura o eccessivo ridimensionamento sarebbe un colpo mortale per tutto l’ecosistema che vi gira intorno oltre che per l’indotto e l’occupazione. Oltre a essere un assist per il socio ArceloMittal che possiede altri 24 stabilimenti di produzione di acciaio in Europa e non può permettersi che l’Ilva cada in mano ai concorrenti.
Si vedrà, dunque, dopo la decisione del Consiglio di Stato se Bernabè potrà prendere realmente in mano le redini dei rapporti istituzionali dell’azienda con le controparti cercando di smussare le rigidità dell’amministratore delegato, sempre che Morselli venga confermata nel suo ruolo. D’altronde il mercato dell’acciaio si sta riprendendo con forza in giro per il mondo con prezzi in forte aumento e l’uscita dal tunnel per Ilva potrebbe essere non lontana.
Poi tra un anno secondo gli accordi Invitalia dovrebbe salire al 60% attraverso un altro aumento di capitale e a quel punto poter indicare un amministratore delegato di sua fiducia relegando ArceloMittal in minoranza. Bernabè è ben conscio della patata bollente che Draghi gli ha messo nelle mani ma il manager originario di Vipiteno ha sicuramente l’esperienza per gestire situazioni complesse, come fece per diversi anni all’Eni durante il periodo di Mani pulite. Ma questa volta il compito è ancora più difficile: far diventare il polo industriale di Taranto la punta di diamante del Mezzogiorno in Europa.
REP.IT
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