Riaperture, ipotesi spostare coprifuoco a mezzanotte
La regola sarà rispettata anche questa volta. Per il Governo dovrà essere il Comitato tecnico scientifico a fissare la sostenibilità del perimetro delle riaperture. La sostenibilità, cioè scrivere i nuovi protocolli anti Covid e dire cosa si può e cosa non si può fare per tenere in equilibrio le ragioni della salute, legate alla campagna di vaccinazione, con quelle dell’economia. La sostenibilità, non il perimetro. Questo si arricchisce di ora in ora di più ipotesi che maturano in diversi ambienti di governo. L’ultima in ordine di tempo è posticipare il coprifuoco, dalle dieci di sera a mezzanotte. Con la possibilità per i ristoranti di restare aperti la sera, ma solo all’aperto, con un numero contingentato di tavoli e solo su prenotazione.
Quella di allungare il coprifuoco è un’ipotesi che ha ragioni economiche, le stesse che hanno spinto il premier Mario Draghi a indicare al Cts la necessità di essere meno severi nella definizione e nella valutazione delle nuove regole. Alcuni settori – e la ristorazione è uno di questi – hanno bisogno di ripristinare una parte importante della propria attività. L’asporto o le aperture a pranzo in zona gialla non sono più sostenibili sul fronte delle spese e dei mancati incassi. Il nuovo decreto Sostegni che arriverà a fine mese garantirà un indennizzo a fondo perduto e una copertura delle spese fisse, dagli affitti alle bollette. Ma nel frattempo le perdite si sono accumulate, complice anche marzo e aprile a prevalenza rosso-arancione. Insomma la strategia dei ristori – è il ragionamento che si fa a palazzo Chigi e al Tesoro – è arrivata all’ultimo intervento corposo. Altri circa 40 miliardi, ma bisogna subito sterzare verso le riaperture. Oltre al coprifuoco, alcuni punti fermi ci sono già: saranno graduali, per settori, slegate dalla data unica del liberi tutti. Palestre e piscine per ultime. Per prime le ferie e i congressi, poi i ristoranti e i bar. E qui subentra il fattore temporale, cioè quando si riaprirà. L’ipotesi di allungare il coprifuoco, ad esempio, è legata a metà maggio-giugno, quando dovrebbe scattare il grosso delle riaperture.
L’altra grande questione è chi potrà riaprire. Qui un elemento che sta
cementificando un fronte comune nel Governo è quello delle riaperture all’aperto. Complici il miglioramento dei dati e dello scenario epidemico, l’orientamento sulla possibilità di riaprire è cambiato. E si punta, anche in un’ottica di scalabilità di misure e riaperture, sugli spazi all’aperto, come ha invitato a fare oggi Roberto Burioni via Twitter. Convinzione, quella del virologo dell’Università Vita-San Raffaele di Milano, condivisa anche da diversi parlamentari – in testa il senatore del Pd, Andrea Marcucci, che ha scritto: “La scienza ci dice che i contagi negli esterni sono molto più difficili, in più siamo in vista della bella stagione”, concludendo perentorio: “Il governo decida”.
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