Speranza resiste all’assedio del centrodestra: fare un passo indietro? Assolutamente no
Il problema, per la tenuta dell’esecutivo, è che gli attacchi arrivano dalla maggioranza. Salvini è scatenato contro il ministro che «vede solo rosso» e chiede prudenza sulle riaperture. Ma il leader della Lega non è solo in questa campagna contro un ministro la cui sola presenza al governo impedisce di vantare la discontinuità da Conte. C’è Renzi che invoca una commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori commessi nella lotta alla pandemia. E c’è Gasparri di Forza Italia che sprona Speranza a «lasciare il campo per le chiusure ritardate e le decisioni sbagliate», per i piani pandemici «non aggiornati o mancanti» e per l’inchiesta di Bergamo sul caso dell’Oms e di Ranieri Guerra. «Non abbiamo competenze su questa materia — si tira fuori Speranza a Porta a porta —. Ho piena fiducia nella magistratura».
Brutto clima. Nelle stanze del ministro ricordano che il piano pandemico nazionale era fermo dal 2006 e che Speranza, arrivato nel 2019, «ha fatto il nuovo piano in due mesi». Ma Salvini continua a polemizzare sul libro mai pubblicato del ministro («grande volgarità e arroganza») e l’ala sinistra del governo continua a smentire l’imminente addio di Speranza. «Vogliono che Roberto lasci perché il cambio di fase è vicino e la destra pretende di intestarsi l’uscita dalla pandemia», è la lettura di un parlamentare di Leu. Il partito del ministro ha chiesto a Palazzo Chigi una smentita forte e la blindatura, sia pure ufficiosa, è arrivata. Ma le polemiche restano e anche il sospetto che non finirà qui.
Giorni fa, in un faccia a faccia alla Camera, Speranza aveva provato a spiegare a Salvini i fondamenti scientifici di quelle ordinanze che il leader leghista non digerisce. Ma invano, perché in gioco non c’è solo la linea sulle riaperture, ma la natura stessa dell’esecutivo. «Per la destra far fuori me sarebbe conquistare l’egemonia nel governo», ha confidato il ministro ai collaboratori. I quali temono che nel bersaglio ci siano i 31 miliardi europei del Piano nazionale di ripresa e resilienza, con cui Speranza conta di realizzare quella riforma della sanità che al ministero definiscono «epocale».
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