Bce: “Avanti con l’euro digitale, i cittadini chiedono privacy e sicurezza. Le avranno”
Fabrizio Goria
Continua la corsa della Banca centrale europea verso l’adozione dell’euro digitale. Ma sempre con gli occhi puntati sulla privacy. La consultazione pubblica sulla digitalizzazione della moneta unica dell’eurozona, lanciata dalla Bce lo scorso 12 ottobre e conclusasi dopo tre mesi, ha evidenziato che il 43% dei rispondenti, circa 8.200, è preoccupato dalla gestione dei dati personali. Si tratta però di problemi, dice la Bce, che sono risolvibili. L’obiettivo dell’Eurosistema resta quello di arrivare a una decisione entro metà giugno 2021 sull’inizio di un’indagine formale sull’euro digitale.
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“Un euro digitale può avere successo soltanto se risponde
alle esigenze dei cittadini europei”. Presentando i risultati della più
grande consultazione pubblica mai effettuata dall’istituzione monetaria
di Francoforte, Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo, ha
sottolineato che non verrà meno il mandato alla base del processo
decisionale. Ovvero, ascoltare la voce degli agenti economici. “Faremo
del nostro meglio per assicurare che un euro digitale sia in linea con
le aspettative dei cittadini che sono emerse dalla consultazione
pubblica”, ha rimarcato Panetta. E le richieste sono state precise. I
requisiti principali cercati dai cittadini privati (circa il 94% dei
rispondenti complessivi) vedono al primo posto la tutela della privacy,
nel 43% dei casi, seguita dalla sicurezza (18%), dalla possibilità di
utilizzare l’euro digitale in tutta l’area euro (11%), l’assenza di
costi aggiuntivi (9%) e infine la garanzia che possa essere anche
utilizzata offline (8%). Come spiegano i funzionari della Bce che stanno
lavorando al dossier, essendo complementare, non sostitutivo dell’euro
fisico, la versione digitale potrebbe raccogliere più consensi che
dissensi. Non a caso, la dematerializzazione del contante, della
cartamoneta, è già oggi una realtà, amplificata dal Covid-19. I sistemi
digitali di pagamento, da Google Pay a Satispay, sono sempre più comuni,
ma non hanno ancora un livello di sicurezza uguale o superiore rispetto
alla blockchain. E, soprattutto, non possono godere della sicurezza di
avere alle spalle una banca centrale, che potrebbe invece dotare questa
nuova valuta di caratteristiche in grado di impedire attività illecite
come il riciclaggio di denaro o il finanziamento del terrorismo.
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