Vaccini, in arrivo 7 milioni di Pfizer: fiale aggiuntive coprono l’alt di Johnson&Johnson. AstraZeneca, Ema pronta a rivedere la seconda dose

di Francesco Malfetano

Finalmente una buona notizia per il piano vaccinale italiano. Ieri è infatti la Ue ha annunciato la disponibilità di ulteriori 50 milioni di dosi Pfizer-BioNtech, di cui quasi 7 verranno consegnate agli hub vaccinali della Penisola nel primo trimestre. 

Il commissario Figliuolo potrà quindi ricucire su misura ancora una volta la campagna. Le 6,8 milioni di dosi aggiuntive che arriveranno da Pfizer nel secondo trimestre (670.000 in più ad aprile, 2.150.000 in più a maggio e 4 milioni in più a giugno), di fatto – sfruttando l’ordinanza di Speranza che prevede il richiamo per i vaccini ad mRna dopo 42 giorni – sostituiscono appieno i 7 milioni del vaccino monodose Janssen (branca farmaceutica del gruppo Johnson&Johnson) momentaneamente bloccati in attesa del parere dell’Ema (che arriverà la prossima settimana). «Lo stop non inciderà sul Piano vaccinale – spiega infatti il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulé – perché le dosi di J&J arrivate rappresentano meno del 5 per cento sul totale della settimana.

La campagna va avanti secondo quanto programmato dal Generale Figliuolo per il prossimo trimestre». Vale a dire che, con le 56 milioni di dosi in arrivo nel 2021 di AstraZeneca e J&J destinate agli over60, si potrà usare Pfizer – entro giugno ne arriveranno circa 28 milioni – per la restante parte del Paese. Non è peraltro escluso che arrivino altre fiale.

Ieri la presidente della commissione Ue Von der Leyen ha fatto sapere di «star negoziando un contratto per 1,8 miliardi di dosi Pfizer nel 2022-23». Un’uscita in linea con quanto trapelato da Bruxelles in questi giorni. Ovvero che l’orientamento è fare sempre più ricorso ai vaccini a mRna come Pfizer e Moderna rispetto a quelli a vettore virale come AstraZeneca e J&J (e Sputnik), i cui contratti per il 2022 si proverà ad annullare. 
 

GLI ALTRI

Oltre al momentaneo stop di Johnson&Johnson e alla sua quasi certa limitazione ai soli over60 (Ema e Aifa si esprimeranno la prossima settimana), anche AstraZeneca torna ad essere al centro dell’attenzione. 

Lo stesso ente europeo infatti, rimarcando come «i benefici continuano a superare i rischi», ha fatto sapere di aver avviato un’altra revisione su Vaxzevria, il farmaco anglo-svedese, per decidere «se aggiornare le raccomandazioni per una seconda dose in coloro che hanno già ricevuto la prima dose». In altre parole, dopo aver appurato un legame tra il vaccino con rarissimi casi di trombosi scatenando un’ondata di limitazioni in Europa (anche in Italia si somministra agli ultra-sessantenni), si punta a definire cosa bisogna fare 3 mesi dopo con chi ha già ricevuto la prima dose, specie se si tratta di under60. 

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