Così Fedez e la Ferragni “influenzano” la politica

Daniele Dell’Orco

È un fiume in piena ormai. Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, ha preso per qualche ragione sul personale la causa del Ddl Zan e un giorno sì e l’altro pure si avventura in invettive politiche a colpi di social.

È il testimonial principe di un nuovo paradigma della comunicazione, quello di sollevare l’attenzione di centinaia di migliaia, in alcuni casi milioni, di persone su tematiche di carattere etico o politico per influenzare l’agenda parlamentare. Fedez e consorte, l’imprenditrice e influencer Chiara Ferragni, da soli mettono insieme qualcosa come 35.6 milioni di follower ben distribuiti tra Italia ed estero. Ma, schioccando le dita e scatenando hype, riescono a coinvolgere altre superstar del web nelle loro battaglie, come Elodie, Francesca Michielin, Levante etc.

L’ultimo acuto di Fedez, ultimamente sempre meno canoro e sempre più da leader di folle, riguarda la riconferma del vitalizio a Roberto Formigoni. Scottato dalla mancata calendarizzazione del Ddl Zan, come “comandava” via social, Fedez ieri ha postato l’ennesima story contro il senatore Simone Pillon: “Vi ricordate qualche settimane fa il senatore Pillon che diceva che il Senato aveva un sacco di priorità? Avete letto la priorità di oggi? Confermato il vitalizio al Celeste, ovvero a Formigoni. Gli hanno ridato il vitalizio di settemila euro. Cazzo, queste sono priorità. Complimenti, buonanotte ai senatori”.

Posto che due, forse tre dei milioni di follower a cui parlano i Ferragnez conoscano davvero per cosa stia l’appellativo Celeste, o chi sia Formigoni, o i dettagli della sua vicenda giudiziaria, si tratta di un nuovo, pericolosissimo modo di fare populismo 2.0. Qualcosa che certamente proviene da lontano, ossia dal jet-set statunitense che da anni utilizza il web per sostenere posizioni politiche progressiste, idolatrare esponenti politici come Alexandria Ocasio-Cortez o Kamala Harris, rendere “cool” delle tematiche purché filtrate col proprio occhio. Ah, e soprattutto attaccare Donald Trump. Ora che l’elezione di Joe Biden ha dato la sensazione che rispetto al 2016 le posizioni di popstar, grandi sportivi, divi di Hollywood e influencer vari abbiano davvero spostato l’ago della bilancia, Fedez e Chiara Ferragni non si sono lasciati sfuggire l’occasione di rilanciare l’esperimento anche in Italia, e di diventare i capostipiti di quella “politica influencing” che rischia di rappresentare il futuro, specie man mano che riuscirà a coinvolgere i più giovani.

Lorenzo Pregliasco, 34 anni, analista politico, cofondatore di YouTrend, professore a contratto anche all’Alma Mater, ha spiegato in una recente intervista a Repubblica: “Gli influencer, così come le aziende attraverso l’attivismo dei brand, riempiono un vuoto della politica. Insomma, non è più solo la politica ad occuparsi di politica”.

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