“Perché non funziona”: bocciata la cura col plasma
“Plasma? L’equivalente della cura Di Bella”
Eppure, nella primavera dello scorso anno al termine della prima ondata del Covid, sembrava che questa cura facesse “miracoli” in alcuni ospedali del Nord Italia, soprattutto tra Lombardia ed Emilia-Romagna dove si era iniziata ad utilizzare come cura sperimentale. Come mai, quindi, c’erano stati dei risultati positivi? “Un conto è l’esperienza aneddotica, un conto sono gli studi randomizzati – spiega Bassetti – Se ho trattato 10 pazienti e sono andati bene, magari quei 10 pazienti sarebbero andati bene comunque anche senza il plasma e con qualche altro farmaco. Questo deve portare forza a quelli che sono gli studi randomizzati non soltanto nel proprio ospedale: vanno fatti gli studi in grande anche in altri Centri, sembra di rivedere quanto accaduto con la ‘cura Di Bella‘, il plasma è la cura Di Bella del Covid”.
Il Prof ha quindi ricordato che il cosiddetto “metodo Di Bella” è una terapia alternativa per il trattamento dei tumori, priva di riscontri scientifici circa i suoi fondamenti e la sua efficacia. Ideata dal medico Luigi Di Bella, fra il 1997 e il 1998 fu oggetto di una grande attenzione da parte dei mass media italiani. L’Airc (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) ha creato un’apposita sezione sul proprio sito in cui spiega dettagliatamente di cosa si tratta ma, per sgombrare il campo da ogni dubbio, scrive che “ad oggi non esistono prove scientifiche che dimostrano l’efficacia della terapia Di Bella nella cura dei tumori”. “È stato chiaramente dimostrato che quando uno studio è stato fatto bene sia con la cura Di Bella che con la cura stamina, si è visto che erano cure che non avevano un’evidenza scientifica – aggiunge Bassetti – Anche noi abbiamo utilizzato il plasma, attenzione: quando non si sapeva, era anche giusto utilizzarlo perché ci sono stati dei momenti in cui avevamo le mani nude e si utilizzava tutto quello che avevamo. Oggi, però, l’evidenza scientifica dice un’altra cosa”.
La “faziosità” nel Covid
Il Covid non si può curare facendo una “gara” a chi scopre qualcosa o è più bravo a trovare un nuovo metodo, perché serve soltanto unire le forza per uscire il prima possibile da questa pandemia. “Il problema è che nella malattia da Covid c’è stata tanta faziosità: la faziosità va bene per il calcio, per il ciclismo, per tifare per un cantante o per un altro ma in Medicina non può esistere faziosità ma l’evidenza della Scienza e dei numeri”, sottolinea l’infettivologo genovese, il quale auspica che lo studio curato da Iss ed Aifa metta un punto a questa terapia. “Adesso non vorrei più sentir dire che il plasma è la cura per tutti perché costa poco mentre gli anticorpi monoclonali sono la cura dei ricchi. Semplicemente i risultati sono diversi: i monoclonali hanno dimostrato di funzionare nel prevenire l’evoluzione verso la malattia grave, il plasma è stato utilizzato nella malattia grave e non dà alcun beneficio”.
Dal momento che l’Italia, ancora, non ha un protocollo unico nella cura degli ospedalizzati Covid, cosa accadrebbe se qualche collega decidesse, comunque, di ostinarsi nel curare un malato con il plasma? “Mi auguro che, già prima di domani, non ci sia più qualcuno che la utilizzi o, se decidesse di utilizzarla conscio dei rischi e dei benefici di questa cura, la proponga al paziente facendogli vedere quali sono le evidenze scientifiche che vanno contro. È come quanto successo con l’idrossiclorochina, è stata studiata e non ha dimostrato di funzionare”, conclude Bassetti.
IL GIORNALE
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