Remuzzi: «I casi di trombosi vanno indagati. Solo così la gente potrà avere fiducia in tutti i vaccini»
«Le limitazioni imposte ad AstraZeneca e Johnson & Johnson non rappresentano un fallimento e non sono neppure un errore. Anzi, dovrebbero aumentare la fiducia nei vaccini da parte della gente».
Professor Remuzzi, i dubbi sempre più diffusi non sono legittimi?
«Invece
di fare il processo alla comunicazione delle due case farmaceutiche,
anche loro alle prese con la prima pandemia della loro storia recente,
sarebbe meglio ricordare che la scienza avanza sempre per
approssimazioni successive. Più si fa, più si capisce».
E con il caos piombato sulla campagna vaccinale che si fa?
«Proprio
il fatto che appena si vede un problema, per quanto raro, ci si ferma e
si cerca di capire, deve aumentare la fiducia delle persone nel nostro
sistema di controllo. Quella che chiamano confusione, in realtà sono
nuove informazioni».
Allora perché quasi tutti i Paesi hanno bloccato questi due vaccini?
«Per giusta precauzione. Le complicanze trombotiche associate ai vaccini
a vettore virale come AstraZeneca e Johnson & Johnson sono molto
rare, 222 casi su 34 milioni di dosi nel primo caso, 6 casi su 7 milioni
nel secondo, quasi sempre su donne sotto i sessant’anni di età».
Quindi le probabilità sono inferiori a quelle di restare vittima di un incidente aereo?
«Mi
capita sempre più spesso di ascoltare questi paragoni. E non mi
convincono. Non bisogna soffiare sulle paure, ma non bisogna neppure
esagerare dall’altra parte, perché potrebbe essere controproducente.
Quelle trombosi, in quelle sedi del corpo, non sono frequenti,
soprattutto non nelle giovani donne. È molto probabile che siano legate
al vaccino. Non può essere una coincidenza, un accidente come la caduta
di un aereo o il morso di un cane».
Non sono pur sempre casi sporadici?
«Ma
i medici devono comunque sapere che questa cosa può succedere. E devono
sapere quali sono i sintomi che manifestano le persone più soggette a
questi effetti indesiderati. Ecco perché è così importante riflettere su
questi eventi».
Quindi per pochi casi
di trombosi vale la pena sospendere la campagna vaccinale in un Paese
che ha una media di 450 morti al giorno per Covid?
«Sono due
discorsi ben differenti. Non c’è alcun dubbio sul fatto che continuare a
usare questi vaccini salva migliaia di vite. Tuttavia questi rari casi
vanno capiti e chiariti. Altrimenti rimarrà sempre una nuvola di
sfiducia. Quelle donne avevano ben poche probabilità di morire per il
Covid. È bene dirlo. Saranno anche pochi decessi, ma vanno conosciuti e
investigati, per evitare che si ripetano».
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