Draghi, nuovo altolà a Salvini: “Adesso basta con i dispetti”
AMEDEO LA MATTINA
ROMA. Il premier Draghi è stato molto chiaro con la delegazione leghista che ieri ha incontrato a Palazzo Chigi. Il suo governo ha una natura di unità nazionale, quindi «serve unità, non bisogna farsi dispetti e alimentare polemiche». Il presidente del Consiglio ha voluto mettere la sordina alle polemiche di Matteo Salvini contro il ministro della Salute Roberto Speranza, ha rimarcato che in questo passaggio così delicato per la campagna vaccinale non c’è spazio per sterili contrapposizioni. E sembra che lo abbia detto in una telefonata allo stesso leader del Carroccio, assente all’incontro. L’incombenza di rispondere è rimasta quindi a Gianfranco Giorgetti. Salvini infatti è tornato a Milano per stare con i figli prima di volare domani a Palermo per l’udienza sulla Open Arms, secondo la spiegazione ufficiosa fornita dalla Lega. Quindi è stato Giorgetti, con i capigruppo Molinari e Romeo, a replicare con garbo. Ricordando la correttezza dei gruppi parlamentari e il numero limitato degli emendamenti al dl Sostegni. E se di provocazioni, attacchi e insulti si vuole parlare, hanno sottolineato i leghisti, c’è una lunga lista proveniente dal segretario, dai ministri e dirigenti Pd. L’ultimo ieri, con Letta che ha incontrato Oscar Camps, fondatore di Open Arms. Tanto che Salvini ha ricordato che domani sarà a Palermo per il processo su «uno degli innumerevoli sbarchi organizzati dagli spagnoli di Open Arms» mentre «il Pd riceve questi “signori” con tutti gli onori».
Ma nel giorno in cui la delegazione della Lega incontra Draghi e deve subire una sorta di reprimenda, Giorgia Meloni piazza una mina sotto i piedi di Matteo Salvini presentando una mozione di sfiducia a Roberto Speranza per la sua «incompetenza e inadeguatezza», per «la gestione fallimentare e disastrosa della pandemia». La leader di FdI sfida la Lega: «Non è più tempo di Speranza, ma di coraggio». È una sfida alla coerenza del capo leghista che martella di critiche il ministro della Sanità. Lo ha fatto pure ieri affermando che, «stando alla scienza, e non è la scienza decisa da Speranza, dovremmo tornare a vivere. E invece Speranza continua a dire riapriamo fra un mese. Speranza ignora i sacrifici degli italiani. Sapete quanti danni psichiatrici stanno facendo ai nostri figli e nipoti?». Il contropiede di Meloni punta a enfatizzare le difficoltà del Carroccio a convivere con Pd e Leu. Del resto è lo stesso ex ministro dell’Interno ad ammette che non è semplice governare con la sinistra. Ma è necessario, aggiunge, perché permette alla Lega di decidere come spendere i soldi del Recovery Plan. Allora Giorgia gira il coltello nella piaga e presenta una mozione di sfiducia contro Speranza. «Così vediamo se Matteo abbaia soltanto o è in grado di mordere», dicono ironicamente dentro FdI.
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