Vaccini, parte la campagna in azienda: immunizzati anche i familiari
E ancora, nell’elenco del commissario Figliuolo, troviamo una sede di Intesa Sanpaolo a Sassari. C’è anche Banca d’Alba che ieri ha vaccinato la prima, contentissima, signora. L’azienda tessile Marzotto di Valdagno (Vicenza), con 10 ambulatori. La sede umbra di Brunello Cucinelli, il Parco della Bellezza di Solomeo. Il gruppo Msc che a Genova ha “prestato” il primo piano del quartier generale. E ancora: Stellantis, Eni, Terna, Ferrovie, Acea, Fondazione Ferrero, Mediaset, Telecom, Fincantieri, Ansaldo. Confindustria ha offerto la sua sede nazionale di Roma, in viale dell’Astronomia, e quella del Lazio. Ma come sono state scelte le 680 aziende diventate hub vaccinali al servizio del territorio? I candidati devono garantire, rispondendo a un questionario, spazi adeguati — tre sale almeno, una per l’accettazione, un’altra per la vaccinazione e la terza per l’osservazione post-vaccinale di 15 minuti — medici e dispositivi. I costi — tranne vaccino, siringhe e aghi — sono a totale carico dell’azienda. Tra le altre cose, devono esserci: lettino medico, carrello emergenze, defibrillatore, saturimetro, frigoriferi medicali, termoscanner, dispenser igienizzante, prodotti per la sanificazione. E alcuni farmaci: adrenalina, ossigeno in bombole, soluzione fisiologica, antistaminici, cortisonici, broncodilatatori. La struttura del commissario Figliuolo controlla le risposte e poi invia il documento al responsabile Covid regionale che a sua volta attiva le Asl competenti per i sopralluoghi. Non tutti i luoghi sono adatti. E non tutti sono necessari. I 680 hub aziendali sono stati scelti da Figliuolo in 680 località diverse in base alle porzioni di territorio al momento meno servite. Ci sono poi moltissime altre aziende che si stanno attrezzando per maggio a vaccinare i dipendenti e i famigliari conviventi, come coniugi, compagni, figli ma non zii, cugini, altri parenti fuori dallo stato di famiglia. Anche in questo caso valgono le regole di prima: spazi, medici, attrezzature, pc, farmaci, lettini, defibrillatori. Il vaccino è volontario: nessun lavoratore può essere discriminato, la sua privacy va tutelata. Cruciale il ruolo del medico aziendale che riceverà una formazione ad hoc e dovrà interagire con l’Asl. Già avanti con i preparativi: Luxottica (che si è assicurata iperconge-latori), Benetton nelle due sedi trevigiane, Electrolux, Barilla, Lamborghini, Technogym, Marchesini, Ducati, Fabbri. Per ora si tratta di individuare ambienti e ordinare i presidi sanitari. Ma quello che manca davvero è il vaccino. (Hanno collaborato Marco Bettazzi, Marco Lignana e Diego Longhin )
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