Covid, Draghi: “Guardiamo al futuro con prudente ottimismo. La campagna vaccinale procede bene”
Dl Sostegni, già pagati 3 miliardi dal 30 marzo – A proposito del decreto Sostegni, il premier ha detto che “è segnato dalla rapidità dei pagamenti: dal 30 marzo a oggi sono stati pagati due miliardi nella prima settimana e nella seconda un miliardo, ma i pagamenti non sono ancora terminati”.
Sostegno umanitario alle persone e concreto alle aziende – Lo logica di questi interventi, secondo il premier, “è di due tipi: il primo è un sostegno alle persone, umanitario, a chi ha perso tutto non per colpa loro, un altro serve a evitare che le imprese che magari poi si riprendono chiudono per mancanza di liquidità o sostegni o vengano comprate da qualcuno che si presenta all’improvviso. Ci saranno sicuramente settori industriali o di servizi che con i cambi che stanno avvenendo non avranno più mercato, in quel caso si tratta di assistere la transizione. Ma oggi prevalgono le prime due considerazioni”, ha detto.
La difesa di Speranza – Draghi ha parlato anche dell’operato del suo ministro della Salute. Le critiche al ministro Speranza dovevano trovare pace fin dall’inizio perché non erano né fondate né giustificate: ho già detto – mi secca doverlo dire in sua presenza – che lo stimo e l’ho voluto io nel governo”.
Speranza: “Chi rifiuta AstraZeneca va in coda” – Chi rifiuta il vaccino va in coda ma io invito a vaccinarsi perché tutti i vaccini sono efficaci e sicuri”, ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza. “Il crollo di fiducia in AstraZeneca nei dati non lo vedo”, ha precisato Draghi.
Le opere pubbliche sbloccate dal governo Draghi
Sbloccate 57 opere da 83 miliardi – Intanto il governo ha affidato a 29 commissari straordinari il difficile compito di gestire progetti e lavori impantanati da anni nella palude della burocrazia. Si tratta di 16 infrastrutture ferroviarie, 14 stradali, 12 caserme per pubblica sicurezza, 11 opere idriche, 3 infrastrutture portuali e una metropolitana (per un totale di 57 opere) e potranno avere un ruolo determinante per abbattere il gap infrastrutturale del nostro Paese e ancora di più quello tra nord e sud: la parte più consistente degli interventi, infatti, proprio al Mezzogiorno sarà concentrata, con 36,3 miliardi impegnati mentre quelli per il Centro Italia valgono circa 24,8 miliardi e quelli per il Nord 21,6. Si tratta di opere già finanziate per circa 33 miliardi di euro ai quali dovranno essere aggiunte ulteriori risorse nazionali ed europee, compreso il Next Generation EU.
TGCOM
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