Pd e le primarie a Roma. Calenda: “Io non ci sto, ci vediamo al primo turno”
Le primarie non sono però un modo per coinvolgere i romani, parlare dei programmi sulla città, sollecitare la partecipazione?
“Macché, l’ho anche detto anche a Letta che penso siano un processo
sbagliato: esiste il grosso rischio che diventino, come già è accaduto,
una lotta fra correnti del Pd. Guardi com’è finita con le primarie del
2013: hanno fatto fuori due personalità di valore come Gentiloni e
Sassoli per far vincere Marino, poi sfiduciato dalla sua stessa
maggioranza con l’aiuto di un notaio”.
Tuttavia, con tre candidati in campo (Raggi, lei e forse
Gualtieri per il Pd) non si corre il pericolo concreto che il
centrosinistra perda Roma?
“Oggi c’è un bel sondaggio di D’Alimonte, commissionato dal Sole 24 ore,
che rivela che io, Raggi e il Pd siamo praticamente alla pari. E al
secondo turno non perderei né con Raggi né con il candidato di
centrodestra. Io sono in campo da sei mesi, sono loro che hanno deciso
legittimamente di non appoggiarmi”.
Così però si autoesclude dalla coalizione per le prossime
Politiche: secondo Letta le amministrative sono il banco di prova per
testare le alleanze future…
“Io credo che si debba fare un passo per volta. Ripeto: le primarie
negli ultimi anni non sono state altre che uno scontro tra truppe
cammellate. Ma poi perché non lo chiedete al Pd se è coerente chiamare i
gazebo e contemporaneamente tentare di fare un accordo con i 5S, che
chiaramente non le prevede?”.
Non saranno tutte scuse perché ha paura di perderle?
“E io ribalto la domanda: ma voi avete capito chi sono i dirigenti del
Pd di Roma e Lazio che le stanno organizzando? Sono gli stessi della
Concorsopoli in Regione. Quella vicenda non ha insegnato niente?”.
E a lei cosa ha insegnato?
“Io quando mi sono candidato ho detto esplicitamente che avrei azzerato tutto e che questi non li avrei mai candidati. Io voglio fare il sindaco di Roma per cambiarla questa città, partendo da una classe dirigente che usa le primarie solo per regolare conti interni e spartirsi le poltrone. Io con questi non ci voglio lavorare. Se li tenessero Letta e Zingaretti. Noi ci vedremo alle urne”.
REP.IT
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