Covid, l’importanza dei prossimi 5 giorni: ecco perché davanti a noi ora ci sono due scenari
giampiero maggio
Per capire se la scelta del governo, quella di riaprire con gradualità il Paese è corretta, dovremo aspettare circa 5 giorni. Non è un numero a caso, ha un senso. Perché dipende da una serie di elementi che, se incrociati, ci diranno in che direzione andrà l’Italia. E le ipotesi che si profilano davanti a noi sono due. Le analizzeremo più avanti.
Intanto, se maggio sarà il mese della svolta tutto dipenderà da alcuni parametri che abbiamo imparato a conoscere nell’ultimo anno: prevalenza, indice di contagio Rt, incidenza di casi e posti occupati nelle terapie intensive. Ma soprattutto sarà dall’andamento di Rt che emergerà fra 5 giorni che capiremo molte cose. Perché? Perché avremo la ricaduta precisa rispetto alla decisione della riapertura delle scuole avvenuta una decina di giorni fa.
***Iscriviti alla Newsletter Speciale coronavirusI numeri: la prevalenza, gli infetti attivi e i morti
A spiegarcelo, numeri alla mano, è il fisico Roberto Battiston: «Guardi, fra 4 o 5 giorni vedremo gli effetti della riapertura delle scuole. Il motivo è semplice: non stiamo parlando solo di studenti e insegnanti, che insieme fanno circa 8 milioni di persone (una parte degli studenti è ancora in Dad). Ma tutto il movimento attorno alla scuola coinvolge trasporti, famiglie, quindi genitori e nonni. Insomma, circa 30 milioni di persone». Che cosa significa? Facciamo un passo indietro. Oggi in Italia abbiamo circa 506 mila persone infette registrate: «Sono in quarantena o in ospedale, quindi sotto controllo – spiega Battiston – ma ne abbiamo in giro altrettante o forse due volte di più, asintomatiche, non tracciate e quindi potenzialmente contagiose». E se da sei mesi (il tempo della seconda ondata) il rapporto tra morti e infetti attivi quotidiano è di circa 1 su 1200, finché non abbasseremo il numero di infetti attivi non abbasseremo la cifra relativa ai morti. Servirà, di conseguenza, abbattare il numero che oggi è di 506 mila infezioni osservate. «Ci si fa condizionare dai contagi giornalieri – spiega Battiston – ma è alla prevalenza che dobbiamo guardare e quindi al numero degli infetti attivi». Perché fra 5 giorni? Perché gli effetti delle decisioni sulle riaperture si vedono, solitamente, dopo due settimane. Quindi, ragionevolmente, vedremo quale sarà l’effetto sull’indice Rt fra meno di una settimana. Se rimarrà sotto 1 potremo ragionevolmente pensare che riaprire con gradualità sarà una scelta giusta.
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