Sileri: “Le aperture sono irreversibili, gli ospedali non ne risentiranno”
Federico Capurso
ROMA. Si è sempre definito un «aperturista moderato», il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. E adesso che molte attività si preparano a sollevare le saracinesche, non può che essere fiducioso: «Le riaperture sono irreversibili – assicura –, non dovremo più temere di dover chiudere. La campagna vaccinale avanza e guardiamo con ottimismo ai risultati ottenuti dai Paesi più avanti di noi, come Inghilterra e Israele».
Sileri, è la prima vera sconfitta dei rigoristi?
«Le
riaperture erano previste per il 1 maggio, cambia poco anticiparle al
26 aprile. Non si può parlare di vittoria o di sconfitta di qualcuno.
Serviranno attenzione e gradualità nell’allargare le maglie perché con
aperture avventate, senza sufficienti controlli, rischiamo di fare passi
indietro. Ma voglio ripeterlo: non torneremo più alle chiusure».
Come fa a esserne certo?
«Perché
stiamo uscendo da questa ondata e non ce ne saranno altre che peseranno
seriamente sulle ospedalizzazioni. L’incidenza dei contagi è sempre più
bassa, caleranno i posti occupati nelle terapie intensive e inizieremo
presto a vedere l’effetto dei vaccini sui ricoveri degli over 80. Per
avere un calo del numero dei morti, invece, servirà almeno un altro
mese».
Eppure, molti virologi e infettivologi dicono sia un rischio enorme aprire in questo momento…
«Il
rischio è stato calcolato con buonsenso scientifico e la programmazione
è basata sull’andamento dei numeri. Inghilterra e Israele si sono mosse
con le nostre stesse tempistiche: perché non dovremmo vedere gli stessi
risultati che loro hanno oggi? »
Ma
qui c’è ancora un milione di over 80 non vaccinati e gli over 70 sono
ancora più indietro. Non si mette in pericolo la campagna vaccinale?
«Non
finiremo con il 100% degli over 80 immunizzati, ma una buona parte di
questo milione mancante riceverà la sua dose entro fine mese, con una
vaccinazione casa per casa per raggiungere gli anziani che hanno più
difficoltà. Per gli over 70, invece, concluderemo il percorso nella
prima metà di giugno, perché hanno ricevuto in gran parte AstraZeneca,
che ha tempistiche più lunghe ma è abbastanza efficace già dalla prima
dose. Le fasce più a rischio, quindi, saranno presto al sicuro dalle
forme gravi di infezione».
Riparte anche il mondo della scuola, ma i governatori sono molto preoccupati.
«Potrà
determinare un aumento dei contagi, certo. Arriverà un momento in cui
avremo molti più contagi tra i giovanissimi e nei soggetti sotto i 55
anni, semplicemente perché non sono ancora vaccinati. Ma se i nostri
anziani sono già protetti, il rischio è minimo».
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