Beppe Grillo e il figlio Ciro: lo sfogo che imbarazza M5S e Pd

di PIERFRANCESCO DE ROBERTIS

Roma – Per capire la reale portata politica dell’intervento di Beppe Grillo in difesa del figlio accusato di violenza sessuale occorre usare la tecnica del photoshop. Sostituendo Grillo con qualche politico meno friendly, meno politicamente corretto, meno amico dei magistrati, meno governativo. Un nome a caso, Salvini, oppure qualche anno fa Berlusconi. Ecco, immaginiamoci il capo di un grande partito, appunto Salvini, che attacca frontalmente la magistratura per una vicenda privata, rendendola quindi pubblica, spiegando che la ragazza non può essere sincera perché ha denunciato lo stupro solo alcuni giorni dopo il fatto. Tutto il peso della sua forza politica per difendere un membro della famiglia, e tutto il becerume di certe argomentazioni che si ascoltano al bar dopo un episodio di violenza.

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La risposta è facile: si sarebbe scatenato l’inferno. I grillini in prima linea a stracciarsi le vesti, qualche giornalista d’area (grillina) a dare lezioni di civiltà e di senso delle istituzioni, il Pd in prima linea. Giustamente, visto che il politico non deve mai sovrapporre i piani, mai usare la politica per farsi gli affari propri, e non parliamo della cialtronaggine di trasformare la presunta vittima in sicura colpevole. Adesso no, visto che c’è di mezzo il loro capo i grillini si sono scoperti ultragarantisti, non hanno trovato niente da eccepire nell’intervento di Grillo, e lo stesso Pd prima di emettere una condanna che avesse un qualche senso ci ha pensato e anche molto.

Grillo difende figlio, genitori della ragazza: “Ridicolizzato nostro dolore”

Grillo ha parlato alle 14, le neo capogruppo Pd, quelle li in quanto donna, alle 19. Cinque ore per pensarci. In queste cose i tempi contano, misurano imbarazzi e sincerità. Imbarazzi molti e sincerità poca. 

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