Renzi: per i dem è come l’Aretino, semina zizzania
di Giovanna Casadio
“Renzi ormai semina zizzania, parla male di tutti, come Pietro Aretino per cui fu creata l’epigrafe ‘Qui giace l’Aretin, poeta tosco, che di ciascun disse male fuorché di Cristo, scusandosi col dir: ‘non lo conosco’”. È Nicola Oddati, a cui il segretario dem Enrico Letta ha affidato il compito di coordinare le Agorà che devono rilanciare il Pd, a rispondere a Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva in un’intervista a Repubblica piccona la linea di Letta e contesta quel “centrosinistra largo che dialoga con il Movimento 5 Stelle”, indicato dal segretario dem come la rotta da seguire. Un abbaglio. Anzi un errore. Prevede Renzi: “Per me l’esperienza dei 5 Stelle è al capolinea. E dubito che Conte – che si definisce equidistante da destra e sinistra – accetti di guidare il Movimento. Non mi stupirei se alla fine rinunciasse: troppe tensioni a cominciare dalla rissa sul terzo mandato”.
Dal Nazareno, la sede dem, nessun commento, ma – si sottolinea – neppure sorpresa. Proprio su questo punto, sul dialogo con i 5 Stelle in vista di alleanze per le prossime amministrative c’era stato un “profondo disaccordo” nell’incontro che Letta aveva avuto con Renzi. Sempre Oddati: “La strada che indica Letta è l’unica percorribile per costruire una alternativa al centrodestra nel Paese. Chi non la vuole percorrere, semplicemente non vuole trovare alcuna strada se non quella del centrodestra”.
Ma il senatore toscano ed ex premier, a lungo alla guida del Pd che ha lasciato nel 2019 per creare un partito tutto suo, si è tolto altri sassolini dalla scarpa. Su quale è realisticamente il rapporto tra Pd e 5Stelle a Roma, ad esempio, rincara: “Andatelo a chiedere ai piddì romani cosa significa avere subìto l’amministrazione Raggi”. E sulla caduta del governo Conte 2, che per il dem Goffredo Bettini è stata provocata da interessi sovranazionali: “Complotto internazionale è il nome che Bettini dà alla linea suicida che aveva scelto: o Conte o urne”.
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