Minneapolis, la giuria inchioda Chauvin: “Colpevole dell’omicidio di George Floyd”

Paolo Mastrolilli

INVIATO A NEW YORK. Colpevole. Per tutti i tre capi d’accusa. Così si è chiuso ieri il processo a Derek Chauvin per l’omicidio di George Floyd, e forse si è aperto un nuovo capitolo nella storia delle relazioni razziali negli Stati Uniti. «Questo – ha commentato il presidente Biden – può diventare un momento decisivo per cambiare l’America».

I dodici giurati, sei bianchi, quattro neri e due multirazziali, hanno discusso meno di 11 ore, prima di trovare l’accordo unanime. Poco dopo le quattro del pomeriggio hanno giudicato l’ex poliziotto colpevole di omicidio colposo, preterintenzionale, e di terzo grado. E’ stato subito portato via in manette, e ora rischia fino a 40 anni di prigione. «Giustizia è fatta, ora possiamo tornare a respirare», è stato il commento del fratello di Floyd, Philonise. Per strada la gente ballava, neri e bianchi insieme, celebrando non solo la condanna di Chauvin, ma soprattutto la speranza di un nuovo inizio. Come ha promesso poco dopo Biden: «Questo verdetto non può riportare in vita George, ma è un passo gigantesco verso la giustizia in America. Ora dobbiamo fare di più». Cioè approvare al Senato il Floyd Justice in Policing Act per riformare la polizia, e «cancellare la macchia del razzismo sistemico, evitando però le violenze». Ai funerali di George, la figlia Gianna aveva detto a Biden che suo padre aveva cambiato il mondo: «Oggi ho potuto confermarle che è vero». Sentenza Floyd, Chauvin condannato per omicidio: l’ex agente ascolta la sentenza

Il 25 maggio scorso Chauvin aveva premuto il ginocchio per 9 minuti e 29 secondi sul collo di Floyd, sospettato di aver usato una banconota falsa da 20 dollari per comprare sigarette al negozio Cup Foods su Chicago Avenue. Uccidendolo, aveva aperto un nuovo capitolo nella tragica storia dei neri negli Usa, incarnato dal movimento Black Lives Matter. La rabbia aveva incendiato il paese, cambiando anche la campagna presidenziale, che Trump aveva cercato di distrarre dall’emergenza Covid, per trasformarla in un referendum sulle paure dei bianchi in declino demografico. Caso Floyd, la testimonianza del capo della polizia: l’uso della forza “doveva fermarsi prima”

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